All’assemblea annuale di Rice Up il presidente dell’associazione, Paolo Ghisoni, ha presentato l’esito del sondaggio e le prospettive del mercato 2019/2020, che l’associazione da anni conduce in autonomia dall’Ente Risi e da tutti gli altri enti: «su un totale di 160 aziende distribuite principalmente nel Pavese e nella Lomellina abbiamo stimato – ha detto – un lieve aumento della superficie investita a riso, tuttavia non ancora sufficiente a favorire una situazione di mercato redditizia. Un gap di circa 9.352ha e 50mila quintali da colmare sostanzialmente con l’Indica, seminati ad oggi circa 52mila ettari. Questo è il primo anno in cui il Tondo scende di superficie. Ipotesi disponibilità vendibile: una stima di produzione di 1.488.870t con giacenza (dato Enr) di 55.728t.
Ma vediamo nello specifico i vari gruppi: l’incidenza del Baldo va sempre più assottigliandosi a favore del Cammeo, anche se il primo rende di più per il peso dei chicchi. Per il Carnaroli stesso discorso: -10% a vantaggio del Caravaggio e del Leonidas CL. Per l’Arborio il Volano ha perso a favore del Telemaco e del CL388, quest’ultimo salito dallo 0,6% al 14%.
Per i Lunghi B abbiamo stimato un prezzo di 300 €/t (in ribasso). Sul tondo potrebbe esserci un po’ di concorrenza dalla Cina. Per i Carnaroli e similari siamo in ribasso e si può stimare ad un prezzo di 450€/t. Il Volano scenderà di prezzo attorno ai 35-37€/q mentre l’anno scorso era intorno ai 10€ in più al quintale. Baldo e Cammeo uguagliano i prezzi dell’anno scorso o aumenteranno leggermente. Roma e similari in probabile discesa, già vediamo il prezzo del Barone che sta calando. Lunghi A quest’anno con più o meno gli stessi ettari eguaglieranno i prezzi della scorsa annata. Per S.Andrea e similari si spera di arrivare sui 45€/q, data la scarsità di ettari investiti negli ultimi anni. Sul Vialone Nano l’unica grossa incognita saranno i consumi. Molte riserie hanno abbandonato la produzione.
Interessante l’aumento di impiego di Carnaroli e Arborio negli ultimi anni a Vercelli e Novara, anche se il primo, considerato anche il picco di semina nelle annate precedenti, ha subito come detto una perdita di superficie, in modo particolare nel vercellese; altro discorso per l’Arborio, seminato parecchio in entrambe ma, soprattutto nel novarese». Autore: Martina Fasani