Continua la tendenza all’apprezzamento nelle voci dedicate al risone dei listini di Mortara e Milano. Oltre agli allineamenti a valutazioni già espresse nelle borse piemontesi (leggi), si registra il nuovo passo avanti di Arborio e la crescita del prezzo per i medi generici.
ARBORIO A 65 €/Q
Il viceré dei risotti supera così la quotazione degli altri gruppi dedicati allo stesso mercato, raggiungendo i 65 €/q lordi. Come se fosse protagonista di una “fuga” degna dei grandi campioni del ciclismo. Una valutazione che pare già deficitaria per le varietà inserite in questa griglia nel Registro Varietale, che si scambiano anche a 70 €/q lordi per le rese ottimali. Prospettive di crescita anche per il gruppo Roma, per il quale gli operatori riferiscono la possibilità di vendere a 65 €/q lordi. Resta ottima la domanda anche per Carnaroli e similari. Tale gruppo, tuttavia, rimane per il momento sui livelli di prezzo raggiuti ad inizio settimana, 60 €/q lordi per Caravaggio & co. e 65 per Classico. Quest’ultimo prezzo non diventa ufficiale neanche nelle sedute in analisi, probabilmente a causa di una pressoché totale assenza di scambi per mancanza di merce sul mercato.
Il contesto per il mercato interno risulta quindi diametralmente opposto a quello visto fino ad alcune settimane fa. Ciò nonostante le giacenze nell’ultimo bollettino trasferimenti proposto da Ente Risi (vedi) risultino ancora le maggiori degli ultimi 4 anni, sebbene alcuni esperti di mercato inizino a nutrire più di un dubbio su tale dato. Il probabile calo nell’investimento di superficie e i ritardi nelle semine, di conseguenza nei raccolti, hanno decisamente ravvivato l’interesse della domanda, soprattutto per questo comparto. A dimostrazione della maggior necessità d’acquisto delle riserie si registrano trasferimenti settimanali elevatissimi per Arborio e Carnaroli. Nel primo caso sono pari al 3,2% del totale raccolto lo scorso anno, nel secondo 2,9%
TRASFERIMENTI SETTIMANALI ELEVATI PER TUTTI I COMPARTI
L’importante interesse ad acquistare e ritirare merce da parte dell’industria è valido, seppur in misura minore, anche per gli altri comparti. Il risone uscito dai magazzini dei risicoltori in settimana, infatti, è stato ben di più delle 30.000 tonnellate di riferimento, attestandosi a 36.846 t. Un valore pari al 2,51% del totale prodotto lo scorso anno. Tale dato, se fosse la norma, avrebbe portato ad esaurire il risone raccolto nel 2023 in Italia in meno di 40 settimane. Una crescita generalizzata della domanda e nei ritiri che porta ad aver meno preoccupazioni per il collocamento, visto anche il probabile ritardo nella raccolta che amplierà il mercato 2023/2024. Come riportato nelle scorse analisi a giovarne sono stati più o meno tutte le voci a listino. Nell’ultimo bollettino emesso a Milano martedì crescono anche i medi generici. Lido, Crono, Flipper e similari si allineano ai lunghi A da parboiled, con i quali competono sullo stesso mercato, a 55 €/q lordi.
Confermati anche i 60 €/q lordi per i lunghi B, le cui giacenze sono ormai meno del 10% del totale raccolto e la richiesta non sembra diminuire. Stessa valutazione anche per Selenio, che consolida così l’apprezzamento di inizio settimana. Ancora fermo a 50 €/q lordi Centauro, nonostante le voci di possibili scambi a 55. La situazione meno rosea continua ad essere quella dei tondi generici, fermi tra i 45 €/q lordi di gran parte delle varietà ed i 50 di Sole. Per questi risi domanda e trasferimenti stentano a decollare, come negli altri gruppi merceologici. Ciò in quanto i quantitativi disponibili sono maggiori rispetto alla media degli anni passati ed anche le prospettive di semina ed i ritardi alla trebbiatura ci si aspetta non siano problematici come per i risi da interno, trattandosi di un comparto con diverse varietà precoci. Autore: Ezio Bosso
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