Pubblichiamo, di seguito, l’editoriale del Consiglio d’amministrazione dell’Ente Risi che uscir sul prossimo numero del Risicoltore: "Negli ultimi anni il mercato del riso profondamente cambiato. Innanzitutto sono cambiati gli elementi normativi pi importanti ed cambiata, nel frattempo, la struttura dell’Unione Europea. L’organizzazione comune di mercato adottata a partire dal 2004 ha disegnato un nuovo scenario, riducendo fortemente il ruolo dell’intervento -sia in termini di prezzo che di funzionamento del sistema di garanzia-, e introducendo il pagamento accoppiato -per mantenere areali produttivi di vaste dimensioni all’interno dell’Unione. Anche le regole degli scambi con gli altri paesi sono state radicalmente innovate, con l’abbandono del prezzo plafond ed il passaggio ad un sistema di tariffe doganali fisse. Grazie all’allargamento dell’Unione Europea, si modificato profondamente anche il rapporto tra la domanda e l’offerta all’interno dell’Unione stessa: la domanda di riso aumentata di circa il 40%, grazie all’aumento del numero dei consumatori -cittadini della nuova Unione o immigrati- ed all’allargamento degli usi del riso stesso, correlato alla riduzione dei prezzi. Un mercato in crescita del quale l’Italia, con il suo primato produttivo di eccellenza, sia nel settore della produzione della materia prima che dell’industria di trasformazione, deve potersi pienamente giovare, a vantaggio dell’intera filiera. Nell’ultimo periodo, anche la vicenda del riso OGM americano ha giocato un ruolo non secondario nell’affermare l’eccellenza del riso italiano in Europa.Tuttavia, gli scenari positivi non si realizzano a causa di una fortunata serie di eventi favorevoli; sono invece il frutto di un intenso lavoro dei diversi attori della filiera. Le istituzioni, che disegnano gli scenari adottando norme adeguate, gli imprenditori agricoli, che in questi ultimi anni hanno raccolto la sfida mantenendo gli incrementi delle superfici a riso e le industrie di trasformazione, che hanno investito in ricerca, innovazione e differenziazione di prodotto, pionieri di nuovi mercati, sia per il prodotto tradizionale che per i prodotti ad alto contenuto innovativo. Il riso italiano, per, non ha ancora consolidato la propria affermazione sul mercato europeo, almeno per alcuni segmenti produttivi importanti; la notoriet delle variet da risotto non lontanamente comparabile con i risultati commerciali dei tondi e degli indica, per i quali il rischio di non differenziazione rispetto al mercato mondiale indiscutibilmente pi alto. D’altronde, circa il 50% della produzione italiana costituita da questi due raggruppamenti, quindi consolidarne l’affermazione in Europa deve diventare un obiettivo fondamentale della filiera. Questa sfida non semplice da raccogliere ma di vitale importanza, per consolidare e, se possibile, accrescere ulteriormente- lo sviluppo del riso italiano in Europa. Lo sviluppo del mercato dei cereali, sostenuto da una crescita della domanda dei paesi emergenti e dalle nuove linee guida in tema di biocombustibili, insieme ai rischi insiti nelle possibili valutazioni della Commissione Europea in materia di pagamenti accoppiati nell’ambito dell’imminente ‘health check della PAC costituiscono potenziali pregiudizi al mantenimento di una risicoltura italiana di importanti dimensioni. Le prospettive del riso devono dunque essere valutate sotto tutti gli aspetti; il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Nazionale Risi, in vista dell’apertura della campagna di commercializzazione 2007/2008, ritiene che l’Ente stesso sia uno strumento fondamentale che la filiera potr utilizzare per definire gli obiettivi di breve e di medio periodo e la strategia per conseguirli, con la necessaria concertazione. A questo scopo l’Ente mette a disposizione una nutrita serie di informazioni e di dati sui quali basarsi per analisi settoriali sempre aggiornate e si propone come sede di confronto per consentire all’intera filiera di perseguire una remunerazione proficua del proprio lavoro in ciascun comparto produttivo, favorendo uno svolgimento fluido regolare e programmato del mercato, svincolato da dinamiche esageratamente fluttuanti e, al contempo, per mettere in campo le iniziative opportune perch la cornice normativa di questo mercato ordinato sia adeguata ad aumentare le possibilit di affermazione della nostra produzione, conservandone le peculiarit . Una importante riflessione deve essere avviata su alcuni temi chiave quali l’equa redditivit del comparto agricolo, sia per preservare gli investimenti, sia per ottenere uno sviluppo del mercato che sia fluido e regolare, le iniziative da intraprendere a livello nazionale ed europeo per salvaguardare il sistema del pagamento accoppiato, lo sviluppo delle azioni eventualmente finanziabili nell’ambito dei piani di sviluppo rurale o della promozione dei prodotti agricoli, al fine di utilizzare al meglio tutti gli strumenti disponibili. Un grande lavoro da avviare con celerit ".
IL TRICLOPIR NON FA MALE
Eseguito un aggiornamento della valutazione del rischio per il triclopir, che non ha indicato alcun rischio potenziale per i consumatori.