I dati Bruma evidenziano un calo del rischio brusone ma non tale da abbassare la guardia. «Ormai il riso è in botticella ovunque e la spigatura, per quelli seminati tardi, è imminente: nelle semine e varietà precoci è da 15 giorni che è terminata. Al momento i risi nel Vercellese sono ancora sani, per condizioni non favorevoli per il brusone – spiega Vincenzo Antonino, tecnico di lunga esperienza e rivenditore di prodotti fitosanitari a Carisio (Vercelli)-. È comunque sempre meglio prevenire e quindi prevedere i trattamenti, che sono molto importanti nei confronti della Pyricularia, visto che la malattia può incidere in modo vistoso sulla produzione ed arrecare danni enormi al raccolto, ben più pesanti della grandine».
Già, ma quanto costa trattare? «Il fungicida ha un costo, certo, ma si ripaga sempre – risponde Antonino – in quanto allunga di 3/5 giorni il ciclo fenologico, mantiene le paglie verdi, ecc. Naturalmente è bene veicolarlo con fertilizzanti fogliari. Inoltre, le spighette sono leggermente più grandi, aumentando anche le rese alla lavorazione e salvaguardando la produzione». Antonino in questa fase è propenso a utilizzare – in presenza di batteriosi – prodotti a base di rame e zinco per esaltare la resistenza delle piante.
i dati diffuso oggi da Bruma, il programma di monitoraggio organizzato dalla Regione Piemonte parlano di rischio basso: Trino Vs:1, Olcenengo:1 , San Giacomo V.se:1; Cameriano:0; Nibbia:1; Terdobbiate:1.