L’annuncio del governo, secondo cui l’Agea ha avviato il pagamento degli anticipi 2018 della PAC – per la campagna 2018 – in favore di 500mila aziende, per un importo totale di oltre 900 milioni di euro, ha scatenato una ridda di aspettative e di commenti tra gli agricoltori, abituati a non ricevere dalle istituzioni lo stesso trattamento che viene richiesto da loro stesse. La PAC da tempo viene pagata in ritardo rispetto alle scadenze, cosa che, unita ai continui tagli, crea problematiche importanti nella gestione aziendale. Abbiamo deciso di affrontare l’argomento, dunque, subito dopo aver saputo che Agea e gli Organismi pagatori possono pagare un anticipo del 70% dei pagamenti, a partire dal 16 ottobre 2018 al 30 novembre 2018. E’ bene sapere che dal 1° dicembre 2018, non possono pagare l’anticipo, ma possono erogare il saldo dei pagamenti (o l’intero pagamento per gli agricoltori non hanno ricevuto l’anticipo) che dovrà avvenire entro il 30 giugno 2019, cosa che negli ultimi anni nel nostro settore agricolo è avvenuta difficilmente, con pagamenti protratti di mesi. I pagamenti che possono essere oggetto di anticipo sono quattro: pagamento di base, pagamento greening, pagamento giovani agricoltori e pagamento del regime dei piccoli agricoltori.
Abbiamo deciso di intervistare i sindacati delle zone risicole per sapere quanti fossero gli agricoltori che hanno ricevuto gli anticipi in questo periodo e un’opinione sull’andamento dei pagamenti PAC. Fulco Gallarati Scotti, presidente della Sezione Riso di Confagricoltura Pavia, ci dice che «non esistono, purtroppo, dati disaggregati per provincia. Attualmente sono state pagate 16.000 aziende in Regione Lombardia per un totale di 91 milioni di euro, a livello regionale. L’anticipo ha riguardato le aziende di medio-piccole dimensioni, mentre risultano ancora in attesa di ricevere l’anticipo le aziende grandi con importi maggiori, indipendentemente dal comparto produttivo di appartenenza. Trovo che questa sia una scelta saggia in quanto sono le piccole aziende ad avere più necessità di liquidità, per poter compiere le scelte imprenditoriale giuste in vista della campagna 2019, mentre le grandi riescono nella maggior parte dei casi a cavarsela da sole. L’anno scorso alla data del 16 Novembre il pagamento era stato saldato quasi per intero, per questo ci si aspetta che a breve venga saldato tutto il dovuto, considerando che comunque già le aziende che hanno ricevuto l’anticipo sono circa i 2/3 di tutte quelle presenti in Regione. Riguardo all’anno scorso sono stati fornite tutte le somme dovuto agli agricoltori, a parte qualche caso sporadico legato anche ad incomprensioni burocratiche. In generale penso che sarebbe bene fissare una data unica e inderogabile per l’effettuazione dei pagamenti così che gli agricoltori possano organizzare le loro spese con più sicurezza, sapendo quando avranno maggiore disponibilità monetaria»
Anche secondo Giovanni Daghetta, presidente regionale di Cia-Agricoltori Italiani in Lombardia, «la realtà è complicata poiché anche se i numeri sembrano positivi sono pochi quelli che hanno davvero percepito il pagamento. Le preoccupazioni tra gli imprenditori ci sono anche perché si avvicina il periodo dell’anno in cui bisogna effettuare i pagamenti (tasse, affitti, etc..) e c’è bisogno di liquidità. Riguardo agli anni precedenti vi sono stati dei casi di mancata retribuzione ma credo che ciò sia sempre stato dovuto a motivazioni burocratiche o a sanzioni; chiaro che sia una catastrofe per la singola azienda ma in un’ottica più globale credo sia un fatto accettabile. In generale c’è preoccupazione e sofferenza nel rapporto tra imprenditori e PAC, credo che vi sia anche un problema di software, perché ci sono programmi ancora incapaci di recepire tutte le modifiche sia legislative che delle scelte agronomiche di ogni singola azienda; forse gli strumenti informatici in mano alle istituzioni non sono ancora pronti per gestire in autonomia l’allocazione dei pagamenti». Autore: Ezio Bosso