DIVERSIFICARE LE COLTURE PER GLI AIUTI AGROAMBIENTALI
ANDALUSIA DESTABILIZZATA
L’Upa Andalusia teme che venga dato il via a un ordine di aiuti in cui possano ottenere i contributi solo le aree coltivate a riso o a maggese. E questo, soprattutto in un anno di raccolto con restrizioni di irrigazione che impediranno a molti agricoltori di coltivare il riso, sarebbe una catastrofe per il territorio agricolo andaluso.
Già in una precedente lettera l’associazione agricola ha proposto di includere i terreni incolti, cereali invernali e semi oleosi come colture valide non ammissibili perché, «purtroppo, questa campagna coincide con un anno di drastiche restrizioni nell’irrigazione, quindi è molto probabile che coltivare riso sarà pressoché impossibile. È quindi necessario contemplare una modifica in modo che i potenziali beneficiari di questi aiuti possano trarne vantaggi, anche se non richiedono il pagamento nella campagna 2022».
TRENTOTTO MILA EURO SENZA SEMINA?
Tuttavia, Upa Andalusia teme che il Ministero dell’Agricoltura pubblicherà l’ordinanza senza affrontare queste richieste, in modo da non permettere ad altre colture di beneficiare degli aiuti agroambientali per il riso.
Si teme che gli agricoltori che hanno piantato cereali o quelli che hanno intenzione di seminare il girasole si ritroveranno a coltivare per un anno, senza aiuti: in queste condizioni, conferma il sindacato, 38.000 ettari potrebbero rimanere senza semina.
Tanto più che la Commissione europea ha pubblicato il 25 marzo la decisione di esecuzione 2022/484 che stabilisce eccezioni alle norme comunitarie della Pac per quanto riguarda due delle pratiche per accedere al pagamento verde per l’anno 2022: la diversificazione delle colture e il mantenimento delle aree di interesse ecologico.
Quindi, Upa Andalusia ricorda che il pagamento verde remunera le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente e che, quindi, le eccezioni stabilite hanno lo scopo di facilitare un aumento del potenziale di produzione agricola dell’Unione Europea, sia per l’approvvigionamento di alimenti che di mangimi, per compensare la perdita di prodotti che sono solitamente importati dalla Russia e dall’Ucraina.