La risaia è un regolatore idrogeologico e andrebbe preservata proprio per contenere siccità e alluvioni. Lo scrive Giuliano Mosca su Georgofili.info. «Il trend climatico degli ultimi anni sembra portare verso eventi piovosi più radi ma intensi mentre lo scioglimento anticipato dei ghiacciai diminuisce le scorte. Si stima che il ciclo dell’acqua sia breve e duri circa due settimane. Se si verificassero piogge molto più intense, si creerebbe un’intensificazione delle esondazioni anche a seguito della scarsa manutenzione di fiumi e torrenti. Non potendo regimare le piogge, in alternativa si può intervenire tramite due opzioni:
• aumentare l’efficienza della rete scolante lungo tutto il percorso fino al mare;
• realizzare degli invasi in grado di accumulare l’acqua in eccesso, abbassando il carico della rete durante gli eventi piovosi più intensi e utilizzandola durante i periodi di stress.
Le zone risicole rappresentano di per sé un grande invaso derivante dalla sommatoria dell’acqua di sommersione con la risalita dalle falde sottostanti, dove presenti. Evento, questo, purtroppo non realizzatosi in questa annata anomala. L’ultima siccità di intensità paragonabile a quella attuale risale al lontano 1965. Se gli effetti negativi del cambiamento climatico perdurassero o addirittura aumentassero nel tempo la risicoltura italiana si troverebbe dunque in netta difficoltà» si legge nell’articolo, che offre interessanti notizie e spunti di riflessione. Merita un’attenta lettura.
• realizzare degli invasi in grado di accumulare l’acqua in eccesso, abbassando il carico della rete durante gli eventi piovosi più intensi e utilizzandola durante i periodi di stress.
Le zone risicole rappresentano di per sé un grande invaso derivante dalla sommatoria dell’acqua di sommersione con la risalita dalle falde sottostanti, dove presenti. Evento, questo, purtroppo non realizzatosi in questa annata anomala. L’ultima siccità di intensità paragonabile a quella attuale risale al lontano 1965. Se gli effetti negativi del cambiamento climatico perdurassero o addirittura aumentassero nel tempo la risicoltura italiana si troverebbe dunque in netta difficoltà» si legge nell’articolo, che offre interessanti notizie e spunti di riflessione. Merita un’attenta lettura.