Continuano ad arrivare le stime per i danni provocati dalle alluvioni che hanno messo a dura prova i territori della Lombardia e del Piemonte. Intanto, mentre i risicoltori sono in lutto e fanno i conti con il raccolto perso, ci si domanda se il cambiamento climatico (global warming) possa portare ad un adattamento delle forme assicurative in favore degli agricoltori. Ne abbiamo parlato con il risicoltore vercellese Riccardo Garrione (nella foto), presidente del Consorzio di Difesa Vercelli 2.
Le alluvioni in Lombardia e Piemonte hanno distrutto cascine rurali, causato frane e crolli ( come quello del ponte-canale Cavour) e reso inagibili le risaie ormai in raccolta. Possiamo dare una stima, seppur approssimativa, dei danni?
«Ad oggi non ci sono ancora stime certe dei danni a carico dei nostri consorziati: certamente la lista dei comuni del vercellese colpiti dalla calamità è molto estesa ed interessa più colture. Invitiamo i nostri associati a contattare il consorzio prima di denunciare al fine di valutare la soluzione più corretta rispetto alla garanzia in essere».
La potenza dell’acqua ha sommerso intere aree risicole rendendo invendibile il raccolto. Un conto salato per gli agricoltori. Si può ipotizzare che le forme assicurative possano cambiare e/o adattarsi al cambiamento climatico?
«Il cambiamento climatico è ormai da anni al centro del dibattito pubblico ed ogni anno si rilevano eventi anomali e calamitosi. Già oggi l’assicurazione agevolata consente all’agricoltore una copertura completa dei rischi, anche se occorre fare molta attenzione alle condizioni. È comunque necessario potenziare la dotazione a copertura dei danni catastrofali senza alterare le altre dotazioni esistenti». Autore: Marialuisa La Pietra
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