Il Cnr rilancia l’allarme resistenze nel riso e sottolinea la penuria di principi attivi utilizzabili. «Dopo l’introduzione di erbicidi inibitori dell’ALS (penoxsulam, bispyribac-Na), non è previsto alcun nuovo meccanismo d’azione a breve-medio termine – spiega Laura Scarabel dell’Ifan-cnr in una memoria presentata ad un recente convegno della Regione Piemonte (SCARICA LE SLIDE ) – ed è possibile la perdita di altri principi attivi, autorizzati in questi anni solo per l’uso d’emergenza». Nelle ultime settimane è stato autorizzata l’estensione d’impiego su riso del p.f. DEVRINOL F (napropamide 450 g/L) per il controllo delle infestanti, per un periodo di 120 giorni (dal 2 febbraio al 1 giugno 2018) nonché del pretilaclor e del cletodim, ma deve ancora passare l’esame il quinclorac come pure il propanile. Sembra che il problema non sia legato a nuovi dati scientifici, né potrebbe esserlo, visto che si tratta di principi attivi usati per anni, quanto piuttosto al cambio dei responsabili nelle posizioni apicali dell’Amministrazione dello Stato, che comporterebbe un atteggiamento più restrittivo nei confronti di queste sostanze (LEGGI L’ARTICOLO). L’incontro torinese era organizzato dal Servizio fitosanitario della Regione Piemonte e in quella sede la Scarabel ha fornito utili informazioni sulla diffusione delle malerbe nelle aree del riso, nonché sulle resistenze agli inibitori dell’als, evidenziando il Cyperus esculentus resistente ad azimsulfuron e halosulfuron rinvenuto tra Pavia e Vercelli. «L’aumento delle presenza di C. esculentus in risaia sembra dovuta ad un costante incremento delle superficie coltivate con la tecnica della semina interrata a file» ha detto. Un approfondimento interessante è stato dedicato anche all’Echinochloa. Per conoscere le contromisure da attuare scaricare QUESTE SLIDE.