L’Ente Risi ha divulgato la sua analisi sull’aiuto accoppiato. Un approfondimento interessante, sui numeri che fanno reddito agricolo. Secondo questo approfondimento si è passati «da una proposta del Mipaaf che ad aprile prevedeva di destinare al riso un plafond di 36 milioni di euro, il che avrebbe significato circa 160 €/ha, agli attuali 22,6 milioni di euro, vale a dire un valore prossimo ai 100 €/ha» come scrive il presidente Paolo Carrà (foto piccola) su Il Risicoltore di luglio. Il testo normativo dovrebbe essere pubblicato entro il 1° agosto, al fine di rispettare la scadenza prevista dalla regolamentazione dell’Unione europea e, alla luce di quel che si sa, «non sono stati scelti né il pagamento ridistributivo per i primi ettari, né il pagamento alle aree svantaggiate, mentre il pagamento per i giovani agricoltori potrà contare sull’1% del budget nazionale, quindi, considerato che il pagamento per le pratiche benefiche per il clima e l’ambiente (“greening”) assorbirà il 30% delle risorse e che i sostegni accoppiati ne assorbiranno l’11%, il pagamento di base potrà contare sul 58% del budget, una percentuale più alta rispetto a quanto preventivato inizialmente» osserva Enrico Losi, responsabile dell’area mercati. Secondo il funzionario, «nel 2015 le aziende risicole percepiranno l’87% del regime di pagamento unico del 2014, in termini di pagamento di base e di pagamento per il “greening”, considerato che quest’ultimo verrà calcolato a livello individuale. Negli anni successivi, per effetto dell’applicazione del modello irlandese sia per il pagamento di base sia per pagamento per il “greening”, i due pagamenti caleranno in modo graduale e, per gli anni 2019 e 2020, arriveranno a rappresentare, insieme, il 61% del regime di pagamento unico del 2014». In altre parole, nel 2015-2020 i risicoltori incasseranno in media il 72% del regime di pagamento unico del 2014; con una decurtazione del 28% rispetto al 2014, inflazione esclusa. Se si considera l’aiuto accoppiato, osserva Losi, il sacrificio nel periodo 2015-2020 potrebbe attestarsi al 16%, «a condizione che il sostegno accoppiato a favore del riso venga mantenuto fino al 2020. Infatti, nel 2016 i sostegni accoppiati verranno rivisti in toto e le nuove scelte nazionali varranno a partire dalle semine del 2017». Per le prossime semine e quelle del 2016 si potrà contare sui 22,6 milioni di cui sopra – poco più del 5% delle risorse destinate ai sostegni accoppiati (427 milioni
di euro) – ma con una novità, in quanto, a leggere quel che scrive Losi, non ci sarebbero decurtazioni oltre i 180mila ettari e quindi all’ettarato 2013, pari a 216mila, si potrebbe contare su un aiuto accoppiato di quasi 105 euro a ettaro. Pochi, e il funzionario lo ammette, ma precisa: «un importo inferiore alle attese, che ha il pregio di non essere appetibile per le aziende agricole che, al momento, non sono attrezzate per la coltivazione del riso, ma ha anche il grosso difetto di non mettere il riso al riparo dalla concorrenza del mais e della soia». Fin qui le stime; In agosto, quando sarà pubblicato il provvedimento, avremo certezze. (15.07.14)