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AIRI: CAMBOGIA DA INCUBO

da | 2 Nov 2013 | NEWS

sbiancatoAnche l’industria del riso è preoccupata. Considera fisiologiche le oscillazioni dei prezzi del risone ad inizio campagna – l’apprezzamento del riso japonica da interno va messo in relazione ad una offerta inferiore rispetto agli anni scorsi e ad un ritardo di raccolto, mentre la debolezza dell’indica dipende soprattutto dalle importazioni – ma ammette che il fronte dei lunghi B è scoperto. A preoccupare anche gli industriali è la Cambogia che sfrutta una generosa concessione comunitaria e sta quote di mercato europeo ai fortissimi thailandesi.

Questa situazione comprime i prezzi del prodotto comunitario e rischia di disincentivare la coltivazione dei risi indica già dalla prossima campagna, spiega un report diffuso alle imprese che aderiscono all’Associazione delle industrie risiere italiane. Nel documento – che è stato diffuso da Agrisole – si parla di “raddoppio” delle importazioni cambogiane, che coprono ormai il 40% dell’import Ue di lavorato. L’industria teme addirittura il “fallimento” delle sue imprese e chiede all’Ue di evitare nuove concessioni bilaterali e “ripristinare il normale dazio della tariffa doganale comune sul riso lavorato proveniente dai Paesi Meno Avanzati”.

All’Airi sono perfettamente consapevoli che “l’equilibrio della risicoltura italiana e dell’industria collegata è estremamente delicato” e il fatto che “da alcuni anni la risicoltura stia progressivamente perdendo redditività, sia per effetto del disaccoppiamento degli aiuti diretti comunitari che per l’aumento di redditività di altre colture” è considerato con grande attenzione. In tre anni, del resto, l’ettarato risicolo italiano è calato del 12%. Mentre “l’Unione europea si appresta a concludere accordi bilaterali con India, Thailandia, USA e Vietnam”, si legge nel rapporto, “l’aumento vertiginoso delle importazioni senza limiti quantitativi e a dazio zero dai Paesi meno avanzati (PMA nell’ambito del regime EBA) sta sostituendo le tradizionali importazioni e, comprimendo i prezzi interni, pregiudica seriamente il mantenimento delle coltivazioni di riso indica europeo”.

La minaccia è rappresentata soprattutto da Cambogia e Myanmar, “che hanno l’obiettivo dichiarato di superare i 5,5 milioni di tonnellate di esportazione, pari a oltre il doppio dell’intero fabbisogno dell’Unione europea. Nel 2012/13, su 477.000 t di riso lavorato importato nell’UE, ben 176.000 sono arrivate dalla Cambogia (40% del totale), quando solo quattro anni fa – spiegano gli industriali ad Agrisole – l’import da tale paese ammontava a poco più di 5.000 tonnellate”.(27.10.2013)

UN FONDO PER LE TEA

UN FONDO PER LE TEA

il coordinamento che unisce 18 associazioni della filiera agroalimentare italiana, ha sottoscritto il Manifesto per la Promozione delle TEA.

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