Non è ipotizzabile limitare il ricorso agli erbicidi, essendo assai grave il danno derivante dal mancato o solo parziale contenimento delle infestanti. «Si avrebbe un incremento esponenziale della banca semi e degli organi di riproduzione vegetativa, con la compromissione della produzione in corso, cui si aggiungerebbe un considerevole aumento di spesa negli anni successivi per il controllo della maggiore infestazione»: lo sostiene lo studio sul bilancio economico dell’azienda risicola che l’Associazione dei laureati in scienze agrarie e forestali di Vercelli e Biella presenterà alla 40° Fiera in Campo di Caresanablot (Vercelli) il 3 marzo alle 9 nel corso del convegno “Risicoltura, la situazione economica e le sfide future”. Prenderanno la parola il presidente del sodalizio Antonio Finassi, l’agronomo Giuseppe Sarasso (foto piccola), il docente di meccanica Massimo Lazzari e il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà. (SCARICA IL PROGRAMMA). Secondo lo studio, «l’ipotesi di adottare avvicendamenti colturali per ridurre le necessità di diserbo è vanificato dalla lunga conservazione nel terreno della vitalità dei semi di alcune infestanti (fino a 20 anni per i giavoni, oltre 8 anni per il riso crodo, ecc). Pertanto la riduzione delle spese di diserbo è un’arma a doppio taglio, da non prendersi in considerazione». Diffonderemo lo studio in forma integrale subito dopo il convegno.
DALLA ROTAZIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE GIÀ QUEST’ANNO
Le aziende agricole, già dal 2025, potranno fare rotazione colturale per soddisfare i dettami BCAA 7.