Ricerca, innovazione, network, formazione e istruzione per consentire la transizione all’agroecologia, un approccio in grado di promuovere la conversione dell’agricoltura e dei sistemi alimentari europei verso modelli di agricoltura e alimentazione compatibili con la biodiversità, a basso impatto ambientale e socialmente giusti. Tutto ciò sarà possibile grazie ad AE4EU, Agroecology for Europe, il progetto H2020 che mira ad affrontare le sfide del Millennio, (erosione e degrado del suolo, qualità dell’acqua, perdita di biodiversità, sicurezza alimentare, e cambiamento climatico) a cui l’agricoltura deve rispondere.
In particolare, il progetto, grazie al suo approccio multidisciplinare e intersettoriale, consentirà di costruire una rete europea sull’agroecologia, che includerà laboratori viventi, infrastrutture di ricerca e spazi di apprendimento per agricoltori, attori del mondo della ricerca e della società civile, gli unici in grado di consentire una reale transizione verso l’agroecologia. Partendo quindi dalla creazione di un hub, in grado di favorire lo scambio di conoscenze fra i diversi stakeholders, verranno identificati e analizzati scenari politici, fornendo indicazioni per migliorare la capacità di adattare gli interventi politici a situazioni e contesti territoriali specifici, tenendo in considerazione gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia Farm to Fork e della PAC.
CREA contribuisce all’agroecologia
Nel dettaglio il CREA, con il suo centro di Agricoltura e Ambiente, parteciperà alla realizzazione delle diverse azioni previste dalla definizione delle caratteristiche dei Living Labs e delle Infrastrutture di Ricerca per l’agroecologia e fino all’identificazione delle future necessità di ricerca per il settore. In tal senso, il CREA avrà l’opportunità di contribuire alla definizione della European Joint Partnership ‘’Accelerating farming systems transition: agroecology living labs and research infrastructures’’, il cui lancio da parte della Commissione Europea, previsto per la fine del 2022, influenzerà significativamente il prossimo programma quadro per la ricerca europea.
«Conservare le qualità del suolo con lavorazioni meno intense o non lavorando affatto il terreno per conservarne la fertilità organica e risparmiare combustibili fossili; ampliare la gamma delle coltivazioni, introdurre varietà locali o allevare razze animali autoctone per conservare la biodiversità, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, migliorare la qualità e la diversità del cibo e il legame delle produzioni agricole con i territori; ridurre la distanza tra chi produce gli alimenti e chi li consuma, riportando nelle mani degli agricoltori, dei consumatori e dei cittadini la possibilità di scegliere come e cosa produrre e come viene distribuito il valore prodotto con l’attività agricola. Sono tre esempi di cosa significhi fare agroecologia e spiegano perché sia così importante promuovere questo tipo di agricoltura in Europa e nel nostro Paese». Spiega Stefano Canali, ricercatore e responsabile scientifico per il CREA del progetto. «Ecco perché il progetto europeo Agroecology for Europe si pone l’obiettivo di rafforzare le esperienze di agroecologia in corso nell’Unione e promuoverne la diffusione e l’impatto. La sfida che ci siamo posti – conclude Stefano Canali – è di accelerare la trasformazione dei sistemi agroalimentari per renderli più equi e sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico».
12 partner europei per il progetto di agroecologia
Il progetto: AE4EU, AgroEcology for Europe, della durata triennale, mira a consentire una transizione verso l’agroecologia, tramite azioni congiunte ambiziose e a più lungo termine, a livello europeo, negli ambiti della ricerca, dell’innovazione, del network, della formazione e dell’istruzione. Ha ricevuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea
12 partner europei: ISARA (Francia), University of Gastronomic Sciences (Italia), Agroecology Europe (Belgio), Coventry University (Regno Unito), Thünen-Institute (Germania), Wageningen University and Research (Olanda), Agreoecologiki (Grecia), European Coordination Via Campesina (Belgio), CREA (Italia), University of Santiago de Compostela (Spagna), Eco Ruralis (Romania) e Swedish University of Agricultural Sciences (Svezia).