I sindacati agricoli si mobilitano ufficialmente per difendere il triciclazolo. Una lettera ufficiale del coordinamento Agrinsieme (che riunisce Confagricoltura e Cia) è partita alla volta della Commissione europea. L’obiettivo è ottenere l’autorizzazione definitiva della sostanza attiva utilizzata per combattere il brusone. Ecco il testo integrale: «Lo scrivente Coordinamento manifesta grande preoccupazione per la notizia, circolata in via ufficiosa, di un probabile rigetto della richiesta di autorizzazione definitiva della sostanza attiva Triciclazolo da parte della Commissione Europea. Risulta che la DG SANTE avrebbe in mente di respingere la suddetta richiesta sulla scorta del parere rilasciato dall’EFSA nel 2013, che non si pronuncia sull’entità del LMR del Triciclazolo nel riso importato, non avendo dati sufficienti per accertarne tutti gli effetti sull’uomo e sull’ambiente, come richiesto dal Reg. 1107/2009. Peraltro, dalla lettura del parere in questione non si comprende perché l’EFSA, ritenga insufficienti risultati delle prove effettuate. Ci si rivolge quindi al Ministero della Salute, in qualità del Relatore presso la Commissione per il dossier Triciclazolo, per sottolineare ulteriormente le conseguenze negative di un eventuale rifiuto dell’autorizzazione. Non disporre del Triciclazolo come sostanza per la protezione del riso dagli attacchi di brusone, comporterebbe per i risicoltori italiani (ed europei) sia la perdita di una percentuale ingente di raccolto, variabile a seconda delle condizioni climatiche e dell’ epoca dell’attacco del fungo e della sensibilità delle varietà colpite (dal 25% al 40% e oltre), che il decadimento della qualità merceologica di tutto il risone prodotto nelle aree colpite dal brusone. Tali effetti negativi per la produzione di risone si rifletterebbero inevitabilmente anche sull’ industria risiera italiana ed europea, che vedrebbe ridursi la capacità di approvvigionamento interno e sarebbe costretta ad importare da Paesi terzi riso semigreggio e lavorato, riducendo conseguentemente il livello di attività degli impianti e della manodopera. Per tale motivo non avrebbe senso negare l’utilizzo dell’uso del triciclazolo nell’UE e poi permettere l’importazione di riso semigreggio e lavorato contenente residui anche minimi di questa sostanza attiva, utilizzata nel mondo da più di 80 Paesi produttori, tra cui i principali esportatori di riso verso l’UE: Thailandia, Cambogia, India, Pakistan, Vietnam, Brasile, Uruguay, Stati Uniti. E’ per i motivi su esposti che si chiede all’Amministrazione italiana di sostenere con la DG SANTE l’esigenza di un’autorizzazione del Triciclazolo a titolo definitivo o, in subordine, il rilascio dell’autorizzazione per un periodo limitato alle condizioni previste dall’articolo 4, paragrafo 7 e dell’articolo 6, lettera f) e i) del reg. (CE) 1107/2009». (19.10.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.