IL VALORE STRATEGICO DELL’AFFITTO
Oliva sottolinea poi l’importanza per le grandi imprese agricole: «Molte aziende molto grandi, parlo di seminativi, devono andare trovando centinaia e centinaia di ettari… per queste aziende è impossibile acquistare così tanti ettari in tempi brevi, per quello conviene sempre l’affitto».
Una necessità confermata dal Crea, che rileva come nel 2023 la domanda di affitto abbia superato l’offerta nelle regioni settentrionali, portando a un aumento dei contratti. L’affitto dunque non è solo una soluzione economica, ma riflette anche “cambiamenti sociali nel mondo agricolo”. Oliva parla di un fenomeno diffuso: «Nell’impresa familiare se coltivatore va in pensione e all’interno della famiglia ha un collaboratore, va avanti lui, altrimenti i familiari affitteranno a terzi il terreno». Una dinamica emblematica del turnover generazionale, dove le nuove leve trovano nella locazione un mezzo per iniziare l’attività, mentre i proprietari terrieri da più generazioni possono continuare a mantenere un legame con la terra senza doverla vendere.
IL FUTURO DEL MERCATO FONDIARIO
Le prospettive per il futuro del mercato fondiario italiano sembrano destinate a consolidare il ruolo dell’affitto. «Vedo anche per il futuro lo sviluppo dell’affitto per una serie di motivazioni», conclude Oliva, prevedendo che l’affitto rimarrà una scelta predominante per molte aziende. Tuttavia, come emerge dall’indagine Crea, permangono incertezze legate ai fattori economici e geopolitici: il conflitto in Ucraina, l’inflazione e i costi energetici influenzeranno il mercato, così come i cambiamenti climatici, che stanno già spingendo alcuni agricoltori verso l’affitto di terreni meno dipendenti dall’irrigazione. Autore: Ivan Torneo.