Campane a morto per il Quinclorac. L’Ispra punta il mirino sulla sostanza attiva e l’Ente Risi ne ufficializza la “morte”. Su il Risicoltore in distribuzione, infatti, un grande articolo di prima pagina spiega che «in assenza del quinclorac il giavone si può combattere in questo modo». Pur spiegando che si attende ancora un pronunciamento del governo, l’articolo di fatto “ufficializza” quello che tutti temevano e cioè che il Ministero della Salute non concederà l’autorizzazione all’uso eccezionale al principio attivo.
Il problema riguarda più del 30% della superficie coltivata a riso, che è ormai interessata da fenomeni di resistenza. Molte popolazioni di giavone (Echinochloa spp.) hanno sviluppato una resistenza agli inibitori dell’enzima acetolattato-sintetasi (ALS), all’enzima acetilcoenzima A carbossi- lasi (ACCasi) o a propanile, alle quali si sono aggiunte popolazioni che nel corso degli ultimi anni hanno manifestato una resistenza multipla a entrambi gli inibitori ALS e ACCasi, osserva l’Ente Risi. Pare che a determinare il diniego del governo alla nuova deroga abbiano concorso tre fattori: un parere sul profilo genotossico della sostanza attiva, il fatto che un’ulteriore autorizzazione avrebbe costituito una deroga alle linee guida sugli usi eccezionali e il fatto che la società che commercializza il prodotto non ha manifestato interesse a presentare un nuovo dossier a sostegno della richiesta. Nei giorni scorsi Confagricoltura aveva fatto un disperato tentativo per ottenere l’autorizzazione, con una lettera che non ha sortito effetti.