Ma che cosa scrivete? Che c’è acqua per le risaie? Venite a vedere il nostro riso del Pavese che agonizza! Più o meno questo è il tono delle telefonate che abbiamo ricevuto in redazione dopo la pubblicazione dell’articolo “Villoresi: c’è acqua per le risaie”. Nel testo, Alessandro Folli, Presidente del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, riferiva che «la disponibilità d’acqua è buona; in tutto il territorio comprensoriale siamo in competenza. Abbiamo avuto in questi giorni qualche problema per via di una presenza, significativa, di alghe tendente a frenare il deflusso dell’acqua ma alcuni interventi puntuali di taglio, effettuati dal nostro personale, hanno regolarizzato la gestione idrica, rientrata nella piena normalità. Per quanto riguarda la risicoltura, non abbiamo al momento preoccupazioni particolari in relazione al termine degli utilizzi idrici nelle risaie. La stagione dovrebbe chiudersi con i necessari apporti idrici». Il presidente del Villoresi ammette a che vi fosse un problema di manutenzione dei canali: «la crescita delle infestanti nei letti dei fossi ha, infatti, visto un incremento importante, richiedendo una maggiore manutenzione da cui scaturisce, oltre ad un ulteriore sforzo lavorativo ed economico, l’irregolarità del fornimento irriguo in alcuni momenti di necessità agronomica per permettere lo scarico dell’erba tagliata, evitando che diventi mezzo di intasamento per invasi, stramazzi e bocchette» ci ha dichiarato. Tuttavia, tutto sembrava rientrare nella normalità. Invece, in alcune zone pavesi, le alghe e le infestanti hanno imposto lavori che si sono protratti anche per 15 giorni, senza risolvere del tutto il problema, al punto che tra Pavia e Bereguardo la produzione ha subito danni significativi. Lo conferma uno dei risicoltori danneggiati dal mancato apporto idrico, Piero Pedrazzini: «almeno una trentina di ettari al confine con Torre d’Isola – ci dichiara – sono compromessi. L’acqua non è arrivata in tempo, abbiamo cercato di correre ai ripari ma avremo sicuramente un minor raccolto. Speriamo che la Provincia, come alcuni anni fa, ci riconosca il danno». Ora l’acqua arriva, ma problemi analoghi, se non più gravi, sembra che siano occorsi ai campi vicini alla cascina di Pedrazzini. Si parla di qualche centinaio di ettari compromessi.
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