Leggendo una recente intervista al presidente di Ente Risi notavo come La Commissione Europea ci abbia posti di fronte a un fatto compiuto con l’attuazione di importazioni a dazio zero di riso, perfezionate molto velocemente con una semplice delega del Consiglio dell’Unione Europea nell’accordo bilaterale Unione Europea -Mercosur . Per l’ennesima volta siamo di fronte alla macro anomalia di un Europa imperfetta in cui la Commissione europea letteralmente taglia fuori sia il cittadino europeo che le delegazioni dei famosi comitati previsti per l’adeguamento e la comunicazione degli atti della Commissione nei vari Stati. Già molte volte quella che appare una devianza procedurale si rivela come un palese escamotage per sviluppare interessi di lobby.
Come evidenzia un rapporto FERN, organizzazione internazionale ambientalista con sede a Bruxelles, la forma e la sostanza di questi accordi bilaterali portano a gravi squilibri all’ambiente ed alle popolazioni. La Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmström sosteneva ad Amsterdam nel 2015 che le scelte dell’Unione europea non dovessero mettere in pericolo i diritti umani, i diritti del lavoro, la protezione dell’ambiente ma intanto Indonesia, Malesia, Filippine e il blocco del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay),;tutte regioni oggetto di trattative per accordi commerciali che sono fortemente interessate da deforestazione per la produzione di carne bovina, soia, olio di palma e legname. Secondo uno studio condotto da un network di università svedesi, tali accordi hanno contribuito invece per il 40% alla deforestazione tropicale tra il 2000 e il 2011 con un picco della CO2 e nonostante la UE sottoscriva trattati sulla protezione del clima. Per non parlare di come gli Stati ospiti sottraggano terre possedute in forma di proprietà collettiva ai contadini per ‘offrirle in concessione’ a imprese transnazionali .
Dove sono le commissioni di controllo nel verificare l’attività oggetto degli accordi di libero scambio? Mercosur è un altro caso lampante di come negoziati ventennali tra i paesi dell’America latina e gli organi dell’Unione europea nell’arco di pochi mesi e con una semplice atto di autorizzazione della Commissione – guarda caso a guida tedesca – portano ad un trattato di libero scambio dove le liberalizzazioni riguarderanno, oltre ai dazi, le regole sui pesticidi e gli OGM, la proprietà intellettuale e la tutela delle eccellenze alimentari.
L’obiettivo sarà incrementare le esportazioni di carne bovina di circa il 30% – previsto un contingente agevolato di 99 mila tonnellate annue – e altri prodotti agricoli verso l’Unione europea, alimentando un settore che si colloca al primo posto fra le cause della distruzione dell’Amazzonia. L’Europa, dall’altra parte, sotto la spinta decisiva della Germania (con il supporto di Spagna e Portogallo), avrà in cambio un’apertura dei mercati alle auto di grossa cilindrata, specialmente grandi fuoristrada (SUV), che ora subiscono una tariffazione del 35%. Altri beni che viaggeranno più speditamente verso l’America latina sono i macchinari (oggi tassati del 20%) e i prodotti chimici (che attualmente affrontano un sovrapprezzo del 18%)
Sottoscriviamo accordi sul clima e contribuiamo alla totale deforestazione, imponiamo agli agricoltori UE sacrifici e costi ambientali e garantiamo liberamente l accesso a prodotti non tracciabili derivanti da agricolture Intensive fatte di pesticidi e OGM non consentiti nella nostra agricoltura comunitaria giustamente. E tutto ciò nell’attuale mancanza di trasparenza che l’organo esecutivo europeo ,la commissione, riserva soprattutto ai diretti interessati.
Dov’è la famosa accountability? Il termine che può tradursi come la responsabilità delle Istituzioni europee di rendere conto ai cittadini delle decisioni politiche adottate, delle attività svolte, delle risorse impiegate e dei risultati ottenuti. L’Unione europea è un sistema sovrastatale che necessita, pertanto, di mantenere un forte legame di accountability con i propri cittadini al fine di rafforzare la fiducia nelle Istituzioni, ma anche come strumento per fondare la propria autorevolezza. Al contrario, la distanza delle istituzioni comunitarie dai cittadini si tasta nella realtà e questo conduce a rigurgiti nazionalisti che solo uno sbocco realmente federalista potrà sedare. Autore: Andrea Vecco, risicoltore