Dimettendosi, Maurizio Martina potrebbe aver fatto al riso un ultimo regalo avvelenato. L’assenza di un titolare del Mipaaf, infatti, in questa fase delicatissima per il riso non è un elemento di forza. Non è tanto una questione di adempimenti amministrativi: esistono dossier che interessano trasversalmente il riso e altre colture, come la riforma della Pac che va avanti in queste settimane, e dossier dedicati al nostro cereale che, in assenza di un Ministro, potrebbero risultare compromessi. Ci riferiamo ad esempio alla famosa tracciabilità del riso biologico: come abbiam0 sottolineato, l’Ente Risi è stato autorizzato ad aggiornare la modulistica, ma potrà procedere a rilevare i dati relativi alla risicoltura biologica solo quando ci sarà un decreto che ancora non c’è (leggi l’articolo). Per prendere decisioni politiche serve la politica, che non c’è. Proprio come avviene nel caso dei Pma. In questi giorni è in corso un’indagine della Commissione europea per chiarire se la richiesta italiana di adottare la clausola di salvaguardia e reintrodurre i dazi sul riso cambogiano e di Myanmar sia fondata su un danno reale, apportato dalle importazioni a dazio zero negli anni scorsi. Il dossier è stato presentato a Bruxelles dai ministri Calenda e Martina, la documentazione è stata giudicata impeccabile e la Commissione ha dovuto procedere con l’indagine ma quest’ultima è gestita da Bruxelles che ha costituito un campione di aziende che consulterà. Da quella consultazione discenderà la decisione sulla clausola. Sappiamo che le consultazioni per la formazione del nuovo governo vanno per le lunghe (lunghissime). E’ troppo chiedere che qualcuno, in una fase così delicata, tuteli gli interessi degli agricoltori, visto che c’è chi tutela quelli dell’industria (il Mise) e degli importatori (le lobby ben presenti a Bruxelles)? No, non ci pare troppo, Ma il ministro delle politiche agricole non c’è e il premier Gentiloni sembra sparito dall’orizzonte. Siamo soli?
PAGANINI PREMIATO DAL MERCATO
Paganini resiste al brusone più del Vialone Nano, assicura un 20% in più di produzione e anche rese più elevate e stabili