Anche sui mercati c’è aria di Natale. Prezzi stabili ma le contrattazioni e trasferimenti sono sempre molto attivi. Le notizie che arrivano dalla Pac sembrano indurre i risicoltori a un atteggiamento guardingo, ma si rileva un sussulto per i Tondi a Novara. Sulla Borsa Merci di Vercelli, in particolare, non si rilevano variazioni rispetto alla scorsa settimana: sembra stabilizzarsi il Vialone Nano, attestandosi sui 750 – 820 €/tonnellata. Restano stabili anche i gruppi dei Medi e dei Lunghi A che si attestano sul prezzo massimo di 480 €/tonnellata. Immobili i Tondi con 555 – 575 €/tonnellata; Carnaroli e similari restano stabili a quota 625 €/tonnellata.Nessuna variazione degna di nota sulle Borse di Milano e Mortara.
Commenta così il mediatore Adelio Grassi: «La settimana inizia con una apparente calma e con prezzi invariati al listino di Novara, come appare logico con l’avvicinarsi del periodo delle festività natalizie. A conferma dell’anomalo momento che stiamo vivendo, ecco che al martedì mattina tutto si capovolge e per i risi Tondi vi è un grande sussulto (e tu ci pensi?). Centauro e Selenio confermano la loro quotazione rispettivamente a 50 e a 60 €, mentre Terra e Omega, in precedenza quotati 45 €, balzano, seppur con pagamenti lunghi, a 50 €. Per tutte le altre varietà sembra tutto tranquillo».
Claudio Melano ci fornisce il punto di vista dei risicoltori: «Il mercato, in linea generale, risente del clima natalizio: pochi scambi, anche se il riso offerto trova il suo collocamento senza problemi. Le quotazioni confermano i prezzi fatti registrare nei mercati precedenti. Tutto questo ad eccezione dei Tondi che hanno fatto registrare i 50€ seppur con pagamenti a lunga scadenza». Commenta così i dati della Borsa Merci di Milano la mediatrice Andreea Lazar: «Questa settimana Indica si attesta a 40 euro, Lungo A a 45 euro eccetto Leonardo/Crono/Nemesi/Loto e Augusto, a 50 euro. Per i Tondi, Selenio a 60, Cerere/Fortunato a 55, Centauro e Sole a 50, Omega e Terra a 50. Barone a 42/43, Cammeo a 42/43, S. Andrea/Gloria a 45. Carnaroli a 65. Caravaggio e similari a 60. Volano a 50 più Iva, CL 388 e altri similari a 50».
PREZZI E MERCATI
Come si legge nel report settimanale della Granaria di Milano, nell’intero settore dei risi si registra una sola variazione in aumento: è il caso del farinaccio (+3). Eppure, se l’anno scorso il mercato era sottotono e attento ai contratti di coltivazione, oggi si rileva, a livello generale, una maggiore attività, una domanda di risone tonica ed eventuali contratti di coltivazione vengono rimandati. Le vendite dei Tondi e del Lido superano il 50% della disponibilità, seguiti, subito dopo, da Lungo A, tipo Ribe e Lungo B, con vendite al 40% della disponibilità.
I dati rilevati dall’Ente Risi evidenziano che i trasferimenti complessivi si collocano a 570.361 t, con un incremento di 58.067 t (+1 1%) rispetto alla campagna precedente.
In particolare, risultano trasferite nella settimana 10.473 tonnellate di Tondo, 953 tonnellate di Medio, 15.217 tonnellate di Lungo A e 8.385 tonnellate di Lungo B per un totale di 35.028 tonnellate trasferite nella settimana. Per quanto riguarda le varietà da interno i trasferimenti ammontano a 9.993 tonnellate, mentre, per quanto riguarda le varietà export, sono state trasferite nel corso della settimana 5.453 tonnellate. Sono in aumento rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna i trasferimenti di Tondo che ammontano 141.533 tonnellate contro le 133.767 tonnellate del dicembre 2020; in calo, invece, i trasferimenti dei Medi a 14.628 tonnellate contro le 15.262 dello scorso anno; in aumento anche i trasferimenti del Lungo A, a 233.146 tonnellate contro le 216.238 della scorsa campagna; in calo, invece, i trasferimenti del Lungo B che si attestano a 122.987 tonnellate contro le 133.903 tonnellate dello scorso anno.
Le rimanenze dei Tondi si attestano sulle 321.264 tonnellate, quelle dei Medi a 36.324 tonnellate. Le rimanenze di Lungo A si attestano a 485.821 tonnellate, mentre il Lungo B vede una rimanenza di 182.215 tonnellate, per un totale generale di 1.025.624 tonnellate rimanenti.
Rincari medi di oltre il 20% nel corso del 2021 per le commodities agricole, con costi ai massimi. Secondo le stime della Banca Mondiale si assisterà ad una vera e propria de-escalation, probabilmente solo dal 2022, ammesso che siano definitivamente risolte le difficoltà logistiche e quelle legate ai cambi.
A livello globale il settore cerealicolo traina gli aumenti dei listini agricoli globali, tanto che a novembre l’indice Fao che misura i prezzi delle commodity agricole più comunemente scambiate è cresciuto dell’1,2% e del 27,3% su base annua, secondo il rapporto mensile pubblicato dall’agenzia Onu. Autore: Milena Zarbà