Che cosa diventerà Bonifiche Ferraresi nelle mani di Federico Vecchioni? E che fine farà il riso, che è una delle produzioni della società agricola quotata in Borsa? Secondo la stampa finanziaria, l’obiettivo della cordata di imprenditori italiani, che entro l’estate rileverà il 60,37% delle Bonifiche Ferraresi da Banca d’Italia, è “creare brand di produzione agricola da portare sugli scaffali della grande distribuzione organizzata”. Verosimile, perché del tutto in linea con le strategie della Cai, la nuova Federconsorzi che sarebbe il regista dell’operazione con cui Federico Vecchioni (foto piccola) assumerà il controllo di Bonifiche come amministratore delegato.
“Il progetto industriale, più nel dettaglio, prevede la creazione di un marchio per ogni filiera produttiva e anche la produzione di energia da biomasse e consentirebbe all’azienda (5.500 ettari), che oggi vende i propri prodotti agricoli (dalla soia al girasole, dal mais alle barbabietole, dal riso alla frutta) all’industria della trasformazione, di fare il salto presentandosi direttamente ai consumatori retail con prodotti finiti” scriveva nei giorni scorsi Milano Finanza, mettendo in evidenza che, oltre a Cariplo e De Benedetti, tra i componenti della cordata (“eterogenea” per Il Corriere della Sera) che si prepara a lanciare l’opa sulla società agricola più grande d’Europa ci sono diversi player del settore agroalimentare e ci sono soprattutto i consorzi agricoli Cai Newco srl (con il 3,6%, così come Mondino e Cremonini, mentre Fondazione Cariplo avrà il 35,7, Fondazione Cr Lucca il 7,1 e De Benedetti, Dompé e Gavio il 14,3 a testa).
La presenza della Cai e quindi di Coldiretti, con la quale Vecchioni ha stretto un’alleanza anche personale, abbandonando Confagricoltura di cui era stato presidente (si dice che avesse proposto il business anche ai suoi vecchi sodali, senza riuscire a convincerli, per ragioni finanziarie), significa l’inserimento a breve dei prodotti Bonifiche, riso compreso, nel portfolio Coldiretti-Cai, con tutte le sinergie del caso. «Guardando i nomi degli azionisti, mi sembra che ognuno possa apportare competenze utili a un settore flessibile come quello agricolo», ha dichiarato a Mf il direttore generale di Bonifiche Ferraresi Eugenio Bolognesi. La società resterà quotata in borsa e produrrà riso con un proprio marchio, avvalendosi della logistica Gavio e della distribuzione Cai per raggiungere il consumatore. (26.05.14)