Quest’anno, attenti ai giavoni. E’ il monito lanciato dal coordinatore del Gire, Maurizio Sattin, il quale ricorda che queste infestanti (Echinochloa spp.) è la più diffusa e per le sue caratteristiche – elevata quantità di semi prodotti, la scalarità di germinazione, capacità di vegetare in condizioni climatiche avverse e competitività manifestata fin dalle fasi iniziali del ciclo della coltura – una delle più dannose. In genere, “i risicoltori intervengono, in diverse epoche, principalmente con l’impiego degli erbicidi inibitori dell’acetatolattato sintetasi (ALS) (es. Viper, Nominee, Beyond, Gulliver ecc.).L’impiego diffuso e ripetuto nel tempo di questi prodotti ha portato alla selezione di popolazioni di infestanti resistenti agli erbicidi inibitori dell’ALS”. Il Gire (Gruppo Italiano di lavoro sulla Resistenza agli Erbicidi) stima che almeno il 30% della superficie risicola Italiana è interessata dal fenomeno della resistenza, come spiega un articolo apparso questo mese su Il Risicoltore, il mensile dell’Ente Nazionale Risi. Oggi vi sono anche “popolazioni di giavoni con resistenza multipla, cioè in grado di sopravvivere ad erbicidi con differenti meccanismi d’azione. Tali popolazioni sono resistenti sia agli inibitori dell’ALS sia agli inibitori dell’enzima acetil-coenzima A carbossilasi (ACCasi), quindi ai graminicidi specifici impiegati in post-emergenza come cyhalofop-butyl e profoxidim (Clincher e Aura) e presumibilmente anche a quelli impiegati in pre-semina come cycloxydim e propaquizafop (Stratos e Agil). Il numero di popolazioni di giavoni con resistenza multipla ad oggi ammonta a circa 20, ma sono in costante aumento”, osserva il Gire, che segnala anche alcune popolazioni resistenti solamente agli inibitori dell’ACCasi. Secondo gli esperti, gestire le infestazioni è arduo; meglio prevenire, utilizzando in pre-semina/pre-emergenza prodotti residuali con diverso meccanismo d’azione come flufenacet, oxadiazon, clomazone, pendimethalin e pretilachlor per ottimizzare il controllo dei primi flussi di emergenza di molte infestanti da seme ed avere un basso livello di infestazione al momento del trattamento in post-emergenza; oppure, intervenire con glifosate o con lavorazioni meccaniche su falsa semina; o, infine, alternare la semina in acqua a quella interrata; dove la pressione delle infestanti è molto elevata, si può effettuare una rotazione colturale con soia o mais in modo da poter utilizzare erbicidi con differenti meccanismi d’azione soprattutto in pre-emergenza. Ulteriori informazioni su www.resistenzaerbicidi.it
PREOCCUPA L’ACCUMULO NEVOSO
L’analisi idrologica a cura di Confagricoltura Pavia e di Alberto Lasagna