Il convegno organizzato il 30 gennaio 2025 presso l’Università Statale di Milano, dal titolo “Stato della resistenza ai prodotti fitosanitari” è stata l’occasione per fare il punto sugli effetti degli erbicidi nei nostri campi.
Di seguito la seconda puntata dello speciale sulle resistenze agli erbicidi! LEGGI LA PRIMA PARTE QUI.
ATTENTI ALLE VARIETA’ TOLLERANTI
Particolare attenzione va posta per le varietà tolleranti agli erbicidi, diffuse nella coltivazione del riso. Si tratta di varietà studiate per contrastare popolazioni botanicamente molto vicine alla coltura, come è il caso del riso crodo. E’ concreto, però, il rischio che il gene di resistenza “scappi” su piante di riso crodo rimaste in campo.
I semi nati dopo la fecondazione “incrociata” possono crodare, cadere dalla pianta coltivata e, quindi, essere trasportati con le macchine in altri appezzamenti o anche solo restare nello stesso campo. L’anno successivo le piante nasceranno e avranno, anche loro, carattere di resistenza. Bisogna, quindi, stare molto attenti ad impiegare queste varietà e applicare le linee guida che il GIRE fornisce a questo proposito: il rischio, per Maurizio Sattin, è giocarsi la tecnologia innovativa.
Qui i suggerimenti sono di effettuare un controllo in post-emergenza per le infestanti più difficili e un controllo delle emergenze tardive che sfuggono alla falsa semina.
A COSA FARE ATTENZIONE
Maurizio Sattin ricorda che, nella gestione dei nostri sistemi colturali, standardizzare le pratiche colturali nel tempo e nello spazio implica una accelerazione della selezione delle popolazioni infestanti che si adatto di più allo specifico sistema colturale in questione. E’, quindi, fondamentale ruotare tutto quanto possibile nella gestione delle erbe infestanti.
Inoltre, bisogna porre particolare attenzione alle resistenze multiple che sono davvero molto complesse da gestire. In riso troviamo Echinocloa spp. con resistenza ad ALS e ACCasi, oltre a Alisma plantago-aquatica con resistenza a ad ALS, florpyraunifex-benzyl.
CONTROLLO INTEGRATO DELLE INFESTANTI
Una strategia vincente che gli agricoltori devono mettere in atto è quella del controllo integrato delle piante infestanti che si basa sulla integrazione e la sinergia dei diversi mezzi a disposizione e include un uso responsabile degli erbicidi. Nell’applicarlo, è fondamentale la valutazione del rischio di insorgenza della resistenza agli erbicidi in relazione al proprio sistema colturale. Maurizio Sattin ha mostrato una tabella utile proprio a questo scopo che, a ciascuna opzione gestionale, correla un livello di rischio in base alle scelte applicative.
In generale, Sattin sottolinea come le criticità maggiori si hanno dove la diversità nel tempo e nello spazio è fortemente ridotta, specialmente dove la pressione di selezione degli erbicidi è molto elevata. Le situazioni più critiche riguardano gli amaranti, i giavoni, il lolium e, in qualche situazione, la resistenza al glifosate.
MULTIDISCIPLINARIETA’
La resistenza, quindi, va affrontata a livello di sistema colturale ed inserita nel contesto della difesa integrata, cioè multidisciplinare. Per quest’ultima esistono principi generali (si veda www.resistenzaerbicidi.it) ma le soluzioni più efficaci ed efficienti vanno studiate ed applicate a livello locale e in ottica di lungo periodo, in quanto il problema è di questo genere.
Il controllo integrato può essere efficace e sostenibile. Non esiste una soluzione singola a tutti i problemi. Serve un processo continuo di apprendimento, adattamento e implementazione. Qui è indispensabile utilizzare sempre più le nuove tecnologie che si rendono disponibili. Infine, la legislazione è complessa e i sistemi colturali sono sempre più articolati: Maurizio Sattin, quindi, sottolinea come sia necessario che, a tutti i livelli, vi sia un incremento di professionalità. Fonte: Maurizio Sattin, Convegno “Stato della resistenza ai prodotti fitosanitari” Autore: Azzurra Giorgio
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