Da domenica sera a stasera, luned, la citt emiliana di Lugagnano rende omaggio alle "mondine" con una festa tutta per loro, inventata e organizzata dalla Proloco in occasione della fiera di met luglio (detta della Madonna del Piano) che coincideva con il ritorno in paese delle donne che avevano preso parte alla monda nel Pavese e nel Vercellese. Una festa a base di poesie dedicate alle mondariso e canti antichi, riproposti dal Coro delle mondine di Correggio (Reggio Emilia). Ma la parte pi toccante quella delle testimonianze. Quelle, tra le altre, di Adelia Negri, Maria Curtabbi, Angela Dartagnani e Giulia Saiani. Ecco i loro racconti. Adelia Negri, 86 anni a fine mese, ricorda alla Libert di Piacenza le sue trasferte (sempre a bordo di rumorosi camion TreRo) a Veneria, la localit in provincia di Vercelli dove fu anche girato il film Riso amaro. L ha fatto la monda, il trapianto e la raccolta del riso e anche la cuoca e, almeno una volta, anche la caposquadra di una quindicina di compaesane. "Non stata una vita facile – ricorda – di giorno sempre nell’acqua fino alle ginocchia, di sera in mezzo a moscerini e zanzare, mentre di notte si dormiva in un cascinale su pagliericci riempiti con paglia di riso. Ho fatto anche due campagne nello stesso anno e qualche volta venuto con me anche mio marito Mario Bonacorsi con i figli Gino e Giuseppe". Per la sua famiglia, il compenso ricevuto sempre stato "molto prezioso" sia per la parte in denaro, sia per quella in natura, con un chilo di riso per ogni giornata di lavoro. "Se si arrivava a casa a sera tardi con quei pochi soldi tenuti nel reggiseno – racconta – si aveva la certezza di poterli conservare almeno fino al giorno dopo, ma se invece si arrivava a casa nella prima mattinata, alla sera non c’era quasi pi nulla perch si andavano subito a pagare i debitucci di famiglia". Maria Curtabbi, che ha 83 anni, si sempre considerata "figlia d’arte" perch sua mamma, Giuseppina Castellana, dopo 25 anni di attivit "risaiola", era riuscita anche a ottenere la cosiddetta pensione delle mondariso. La storia di Maria, racconta Franco Lombardi sul giornale piacentino, nasce nelle officine Caproni di Varese che, ad un certo punto, dovette abbandonare per motivi bellici. Rientrata a Lugagnano dovette aspettare la fine della guerra per poi affrontare, come tante altre donne del paese, l’avventura delle risaie. "Con la squadra della "Piera" – ricorda la donna – sono arrivata nella provincia di Vercelli e ho trovato occupazione prima al Vallone e dopo presso la cascina della Bigonia". Ma, al di l dei ricordi che la accomunano alle altre mondine dell’epoca (lavoro con l’acqua fino alla ginocchia, un mestolo d’acqua ogni ora di lavoro, la solita scodella di riso per pranzo e cena, un dormitorio non certo a tre stelle con un pagliericcio molto scomodo), Maria Curtabbi parla dei mezzi di trasporto utilizzati sia nei viaggi di andata che in quelli di ritorno a Lugagnano. "I primi erano esclusivamente su camion a gomme piene. Una volta viaggiammo in treno da Fiorenzuola e Vercelli con trasferimento alla cascina su carri trainati da cavalli, mentre l’ultimo trasferimento avvenne a bordo di corriere che avevano viaggiato a vetri aperti". "Una volta – aggiunge – per andata meglio del solito, perch, oltre a provvedere alle necessit di casa, sono riuscita a comprare anche una coperta per il letto matrimoniale, due lenzuola e un paio di federe per i cuscini".
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