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MASSIMI A 75

da | 18 Gen 2023 | NEWS

Il mercato è in una fase recessiva (leggi l’ultima analisi). Gli operatori ci comunicano da tempo che la domanda non richiede molta merce e quando lo fa propone difficilmente i massimi a listino, anche per partite perfette per la lavorazione. I risicoltori che sono maggiormente preoccupati da quest’andamento sono, a ragion veduta, quelli colpiti dalla siccità nella scorsa campagna. Essi oltre alla crescita nei costi devono fronteggiare il calo produttivo occorso, in alcuni casi veramente importante. Le preoccupazioni, inoltre, sono accentuate dalla mancanza di risposte concrete per prevenire quanto accaduto nella scorsa estate. A testimonianza di questo stato d’animo vi proponiamo le parole di Alessandro Gatti, risicoltore di Valle Lomellina.

«IMPOSSIBILE ASPETTARSI AUMENTI»

«I prezzi attuali, nonostante i cali, non si possono non considerare ancora positivi – afferma Gatti -, essendo sorprendentemente alti alla luce di quanto valeva il risone solo qualche campagna fa. Nel mio caso, purtroppo, non bastano a colmare il calo produttivo che ho subito in azienda, attestatosi intorno al 35% della produzione consueta. Già da tempo al mercato non si riusciva ad ottenere quanto proposto dai listini, ad eccezione dei risi da interno, che infatti hanno conservato le loro valutazioni. Le riserie ai livelli di prezzo attuali faticano a collocare il prodotto lavorato. Non possiamo non considerare che un prezzo troppo alto è un problema sia per il consumo interno, sia per la concorrenza con la merce estera. Per questo ritengo non sia realistico aspettarsi che i prezzi possano aumentare prossimamente, sarebbe troppo dannoso per la vendita del prodotto lavorato, già rallentata.»

COSA ACCADE NEI SINGOLI COMPARTI

«In particolare, nel caso dei tondi a queste difficoltà si aggiunge una disponibilità maggiore del previsto e tutt’altro che deficitaria. Questo fattore influisce insieme a quello sopra descritto, portando al calo registrato martedì. Discorso analogo per i lunghi B, i quali però erano già calati di 5 €/q ad inizio dicembre. I risi da risotto, come detto, sembrano tenere i valori massimi raggiunti, avendo una disponibilità interna davvero ridottissima e l’assenza di competitori esteri. Anche qui, però, non vedo spiragli di crescita nelle quotazioni. I lunghi A da parboiled, al contrario, a questi prezzi sono già impossibili da collocare sui mercati esteri ai quali sono dedicati. La domanda, pertanto, non offre più di 75 €/q lordi attualmente e, anche a questa cifra, fatica ad andare all’acquisto.»

«PER RISOLVERE LA SICCITÀ TANTE PAROLE E POCHI FATTI»

«Un elemento che mi preoccupa ancora di più è il tema irrigazione – prosegue il risicoltore -. Stiamo facendo tante riunioni ma nessuno ad oggi ha proposto una soluzione concreta, ad eccezione del promuovere la sommersione invernale e la semina in acqua. Queste due misure non le ritengo capaci di risolvere il problema occorso, semmai sono utili ad incolpare gli agricoltori di quanto accaduto. Il clima non possiamo controllarlo, per questo credo che l’unico modo per prevenire sia migliorare la conservazione della risorsa idrica nei periodi di non utilizzo, attraverso la creazione di bacini artificiali a monte. Chiaramente ci vorrà del tempo ma trovo assurdo che nulla sia ancora iniziato. Al contrario, il più importante bacino di conservazione, il Lago Maggiore, vede ancora oggi un livello fortemente al di sotto delle medie del periodo. Ciò avviene in quanto non sono ancora stati ultimati i lavori di manutenzione, che già nella scorsa campagna non hanno permesso il riempimento del bacino. Vedremo se si attenderà nuovamente la primavera inoltrata per permettere l’immagazzinamento, come se l’annata trascorsa non ci abbia insegnato nulla». Autore: Ezio Bosso

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