«Se si considera che la produzione media nazionale dal 2003 al 2021è stata di 6,5 t/ha, si evidenzia la permanenza delle gravi difficoltà del comparto. Solo l’inflazione che ha incrementato i prezzi da inizio campagna ha dato ossigeno al settore. La partenza di ottobre ha visto prezzi inferiori al minimo necessario per coprire i costi; dal 19 ottobre solo per le aziende di 300 ha il bilancio ha virato al positivo; l’azienda di 150 dalla metà di novembre, quelle da 50 ha il 18 gennaio».
Lo dice “il bilancio economico dell’azienda risicola” pubblicato, dopo cinque anni di silenzio, dall’Associazione dei laureati in scienze agrarie della Provincia di Vercelli. Una corposa analisi dei costi e dei ricavi 2021 dell’azienda risicola italiana. Al 18 gennaio, sottolinea, era già stata venduta la metà del prodotto, con una media ponderata di 428 €, soddisfacente solo per l’azienda da 300 ha. «Se la seconda metà del prodotto che sarà venduta entro agosto manterrà i prezzi del 18 gennaio, la media ponderata raggiungerà il prezzo medio 2021 a 470 €/ha, remunerativo per le aziende maggiori, ancora insufficiente per quelle da 50 ha. L’abbandono della clausola di salvaguardia, che trova resistenze politiche al suo rinnovo, non promette bene; d’altro canto l’attività di accaparramento delle commodities agricole da parte della Cina fa prevedere per un’altra direzione. I prezzi mondiali del riso sono comunque attualmente molto più bassi rispetto a quelli in Italia» è la conclusione. (Scarica il bilancio2022).