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MENO CHIMICA = PIÙ IMPORT

da | 25 Gen 2022 | NEWS

agrofarmaci
Farm to Fork: meno chimica, più import. Riso Italiano aveva già portato pareri e studi: LEGGI QUI.
Entro il 2030, la Commissione europea vuole dimezzare l’uso di agrofarmaci in agricoltura. L’uso di fertilizzanti, secondo i piani dell’Europa, dovrebbe essere a sua volta ridotto. Le misure sono destinate a combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Una probabile conseguenza, tuttavia, è che le rese delle colture agricole diminuiranno. Una minore produzione porta ad un aumento dei prezzi, meno esportazioni europee e più importazioni di prodotti agricoli da fuori Europa. I ricercatori della Wageningen University & Research lo hanno calcolato in uno studio commissionato da CropLife Europe e CropLife International con il coinvolgimento di altri attori della catena di approvvigionamento alimentare.
Nello studio, i ricercatori si sono concentrati sull’impatto delle strategie Farm to Fork (F2f) e Biodiversità (Bd), che sono entrambe parte del Green Deal. Hanno esaminato sia le colture annuali (grano, colza, mais, barbabietola da zucchero, luppolo e pomodori) che quelle perenni (mele, olive, uva e agrumi). I ricercatori hanno mappato l’impatto sulla base di quattro scenari, che sono stati derivati da queste strategie. Il primo scenario presuppone una riduzione del 50% degli agrofarmaci, compreso il gruppo di quelli più dannosi per l’ambiente. Lo scenario numero due considera un dimezzamento delle perdite di nutrienti e una riduzione del 20 per cento nell’uso di fertilizzanti, mentre lo scenario numero tre utilizza almeno il 25 per cento dei terreni agricoli per la produzione biologica. Infine, lo scenario numero quattro combina gli obiettivi dei primi due scenari con l’obiettivo di lasciare almeno il 10 per cento dei terreni agricoli alla natura. Quest’ultimo scenario dà la migliore visione dell’impatto combinato delle misure proposte.

Casi di studio dettagliati

Nello studio, i ricercatori hanno prima condotto studi di caso dettagliati su 25 aziende agricole in tutta l’Unione europea. In ogni caso, hanno descritto gli aggiustamenti che gli agricoltori farebbero all’applicazione di agrofarmaci e fertilizzanti se la nuova politica europea dovesse diventare realtà. Successivamente, i ricercatori hanno calcolato l’impatto sulle rese delle colture. I risultati sono stati estrapolati ai livelli degli stati membri dell’Ue e utilizzati in modelli economici per valutare gli impatti sul mercato.

Farm to fork: quanto si produrrà in meno?

Secondo Johan Bremmer, ricercatore della Wageningen University & Research, lo studio mostra che l’attuazione delle strategie Farm to fork e Bd ha un impatto negativo sulle rese dei raccolti e sulla produzione agricola: «Lo scenario numero quattro analizza un impatto cumulativo di diversi obiettivi Farm to Fork. Si pensi alla riduzione dell’uso di agofarmaci e alla prevenzione della perdita di nutrienti. Questo scenario mostra un declino medio della produzione tra il 10 e il 20 per cento. Alcune colture soffrono più di altre. Il volume della produzione può diminuire fino al 30%, ma ci sono anche colture che non soffrono quasi per niente come risultato della strategia Farm to fork.
Inoltre, la riduzione dell’uso di agrofarmaci e fertilizzanti può portare a problemi di qualità. Per esempio, se si usano meno agrofarmaci, il grano può diventare suscettibile alle tossine dei funghi, rendendolo inadatto come cibo o mangime. La riduzione dell’uso di nutrienti e agrofarmaci può comportare una resa inferiore per ettaro di mele, ma anche a dimensioni ridotte dei frutti e bucce colpite. La frutta di qualità inferiore è meno apprezzata dai consumatori. Quindi, se non ci sono cambiamenti dal lato della domanda, questo significa che dobbiamo aspettarci una maggiore scarsità – e quindi un aumento dei prezzi. Ha anche conseguenze negative per la bilancia commerciale europea, poiché le esportazioni diminuiscono e le importazioni aumentano».

Farm to fork: servono terreni agricoli extra Ue

Lo studio sul Farm to fork chiarisce anche che una minore produzione nell’Unione Europea richiederà terreni agricoli extra al di fuori dell’UE. Johan Bremmer aggiunge: «Se la domanda rimane invariata, l’Europa dovrà riempire il vuoto importando di più. Inoltre: se l’Europa esporta meno, i paesi fuori dall’Europa dovranno produrre di più. Abbiamo calcolato quanti ettari di terreno agricolo fuori dall’Ue sono necessari per assorbire questa combinazione di effetti. In ogni scenario, questo cambiamento indiretto dell’uso del suolo è considerevole».

Benefici per il clima e la biodiversità fuori portata

Lo studio si concentra esclusivamente sulle conseguenze economiche delle strategie del Green Deal per i settori delle colture LEGGI E SCARICA LO STUDIO. Johan Bremmer: «Questa è la prima volta che abbiamo mappato cosa succede alla produzione agricola quando le aziende portano le loro strategie di pesticidi e fertilizzanti in linea con gli obiettivi della Commissione europea. È bene rendersi conto che la strategia europea mira a ottenere benefici in termini di clima e biodiversità. Questi benefici non fanno parte dell’ambito di questo studio».
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