Importanti aumenti, con una marcata tendenza rialzista generalizzata su tutte le Borse merci, con rialzi sostenuti sui Tondi e corsa senza fine del Vialone, che tocca il suo record dal 2015. Eppure, i diffusi rialzi a listino sembrano costituire in gran parte un adeguamento dei prezzi, piuttosto che nuovi aumenti effettivi.Questo è il quadro della settimana di borsa. In particolare, sulla piazza di Vercelli, il mercato si presenta in tensione: crescono Sole e similari (+41) attestandosi a 452 – 471 €/tonnellata, Selenio (+45) attestandosi a 555 – 575 €/tonnellata, Tipo Ribe (+40), attestandosi a 405 – 424 €/tonnellata. La crescita è però trainata da Loto e similari e da Augusto che crescono entrambi sia nel prezzo minimo che nel prezzo massimo di + 47 €/tonnellata, attestandosi entrambi a 461 – 480 €/tonnellata. Campione di aumenti in questo caso è Baldo e similari (+48) che si attesta a 394 – 413 €/tonnellata. Stabili le altre varietà ed aumenti più contenuti per Balilla e similari (+5) che si attestano a 416 – 435 €/tonnellata.
Questo il commento del mediatore Adelio Grassi: «Novara riapre il mercato dopo la chiusura di lunedì scorso e aggiorna i propri listini. Il sole fa un balzo di 65 € a tonnellata, Portandosi a 450 più Iva. Centauro 430 più Iva, Selenio + 50 € a tonnellata e raggiunge i 575 più Iva. Lido e crono più 45 €, vanno così ai 430 più Iva, dardo e luna +15 giungendo a 400 più Iva. Lotto e Augusto con + 30 vanno a 430 più Iva. Sant’Andrea prende 20 € e si porta a 435 più Iva. Baldo e Roma si portano entrambi a 385 più Iva, Arborio e cl 388 con + 50 euro, vanno a 475 più iva. Carnaroli e similari +40, portandosi a 580 più Iva e, per finire, lungo B più 30 €, raggiungendo i 380 più Iva. Permane una domanda superiore all’offerta».
Aggiunge Vincenzo Antonino, Consulente Tecnico C.A.P. Nord – Ovest: «I prezzi attuali di mercato hanno convinto molti risicoltori a vendere con prezzi dignitosi che mi auguro restino tali e continuino a salire un po’. Vi sono alcune varietà per l’interno penalizzate, S. Andrea, Baldo, Cammeo, Barone, che meritano qualcosa in più, spero che l’industria continui».
Prezzi e mercati
Come si legge nel report settimanale della Granaria di Milano, l’orientamento di questo inizio settimana è più variegato nell’alternanza fra variazioni positive e negative, con larga presenza dell’invariato in alcuni comparti. Nel settore risi aumentano la maggior parte dei sottoprodotti, in particolare le rotture, e soprattutto i risoni, nell’arco da +15 a +60 come nel caso del Vialone nano. Stessa dinamica nei risi lavorati, con aumenti da +10 a +120, ma concentrati nella fascia 20-50. Salgono i prezzi di tutto il comparto biologico, in cui entrano in quotazione tutti i risoni.
Finora i trasferimenti di risone, sulla base delle rilevazioni dell’ente Risi, hanno riguardato 392.245 tonnellate, con un incremento del 6% rispetto alla campagna precedente. In particolare, risultano trasferite nella settimana 16.676 tonnellate di Tondo, 1.709 tonnellate di Medio, 20.101 tonnellate di Lungo A e 12.841 tonnellate di Lungo B per un totale di 51.327 tonnellate trasferite nella settimana. Per quanto riguarda le varietà da interno i trasferimenti ammontano a 92.832 tonnellate, mentre per le varietà export sono state trasferite nel corso della settimana 59.914 tonnellate. I trasferimenti di Indica ammontano a 100.354 tonnellate. Sono in calo rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna i trasferimenti di Tondo che ammontano 89.863 tonnellate contro le 94.758 tonnellate del 10 novembre 2020; in crescita, invece, i trasferimenti dei Medi a 11.511 tonnellate contro le 9.345 dello scorso anno; in leggero calo anche i trasferimenti del Lungo A, a 148.172 tonnellate contro le 169.397 della scorsa campagna; in aumento, invece, i trasferimenti del Lungo B che si attestano a 100.354 tonnellate contro le 88.690 tonnellate dello scorso anno.
Scambi molto vivaci sul mercato interno, anche se non si è verificato l’effetto calmierante dei cospicui trasferimenti di ottobre. La domanda comprende ora tutte le varietà, quasi tutte ormai quotate a listino: aumenta così la richiesta che però non viene soddisfatta dall’offerta, paventando scenari di stagflazione. Si verificano pressioni per ulteriori aumenti a fronte, tuttavia, di un andamento negativo dei consumi.
Per quanto riguarda le commodities agricole, costi ai massimi: nel corso del 2021 si sono rilevati rincari medi di oltre il 20%. Stop all’altalena delle quotazioni, con una vera e propria de-escalation, probabilmente solo dal 2022, secondo le stime della Banca Mondiale, espresse nel Rapporto di previsione di ottobre, ammesso e non concesso che siano definitivamente superate le restrizioni logistiche e le difficoltà legate ai cambi.
Sui mercati internazionali, la ripresa degli acquisti di Cina e Usa traina l’export agroalimentare europeo: prosegue a ritmo sostenuto la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Unione Europea direzione Paesi terzi, tanto che nei primi sette mesi dell’anno le vendite estere sono volate a 111,4 miliardi (+6%). Sui mercati internazionali, calano l’Argentina 5% (-100$, a 510 $/tonnellata), l’Uruguai 5% (-30$/tonnellata e il Thai 100% B (-5$, a 390$/tonnellata); in aumento il Pakistan 5% (+7$, a 365$/tonnellata e il Pakistan 25% (+5$, a 338$/tonnellata). Autore: Milena Zarbà