Diciassette organizzazioni asiatiche hanno chiesto alla FAO il bando del riso Ogm e la promozione dell’agricoltura sostenibile. Lo hanno fatto in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione indetta per domenica dall’Onu, sottolineando l’importanza di conservare la biodiversita’. Per Greenpeace Sud Est asiatico, il riso Ogm non solo non e’ una soluzione al problema della fame ma anzi pone rischi inaccettabili alla salute, all’ambiente e alla vita stessa delle persone. Un invito a tornare al cibo della nostra terra viene anche da Slow Food. Nel suo ultimo intervento pubblico, Carlo Petrini ha spiegato che "Acquistare frutta, verdura e carne il pi vicino possibile a dove sono prodotti anche un buon accorgimento per provare a ridurre la quantit di sostanze chimiche presenti nella nostra dieta". Il mercato del riso – ha aggiunto – un esempio utile per meglio comprendere cosa pu accadere quando ci che abbiamo nel piatto ha fatto troppi chilometri. "La risicoltura europea – scrive Petrini – assediata dalle importazioni e ogni anno tra le cinque e le settemila tonnellate di riso provenienti da Stati Uniti, Thailandia, Pakistan, Egitto, Cina si riversano sulle nostre tavole. In generale le leggi italiane ed europee sono pi restrittive di altre e impediscono un uso indiscriminato della chimica. Nella coltura del riso, per esempio, una sostanza come il lindano – che ha conseguenze terribili sull’organismo umano, causa danni genetici e inibisce le capacit riproduttive – da noi bandita in modo categorico; mentre in molti di questi Paesi, invece, addirittura spruzzata copiosamente sulle risaie dagli aerei. Inoltre, quando il riso si mette in viaggio ha bisogno di protezione: l’irrorazione di altre sostanze proibite spesso si usa per evitare le infestazioni di muffe, funghi e fastidiosi animaletti. Come si vede, non una mera questione di sciovinismo o protezionismo rifiutare queste logiche produttive e distributive. Ô un modo per difendere la nostra salute e per convincere altri Paesi a elevare i propri standard di sicurezza, con l’ulteriore vantaggio di contenere i prezzi e ridurre l’inquinamento globale. Tutti hanno diritto di produrre il loro cibo e le barriere commerciali non sono certo la soluzione agli squilibri del mondo. Piuttosto si inizi a invitare tutti a produrre in maniera sostenibile e nel rispetto della qualit : sono sicuro che alla fine si penalizzeranno quei prodotti che non sanno rispettare il consumatore".
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.