Come preannunciato dagli ultimi mercati, le attuali quotazioni confermano il continuo interesse da parte delle riserie verso l’acquisto di risone Lungo B, che fa registrare un aumento di prezzo significativo. «A due mesi abbondanti dalla chiusura delle Borsa Merci tutto ci si poteva aspettare tranne che una situazione simile – affermano il bolognese Massimo Gregori e il vercellese Alberto Ferraris –. A fare un breve riassunto del periodo Coronavirus possiamo dire che il sistema ha retto. Quando la grande distribuzione ha forzato la corsa all’incetta, il mercato ha risposto positivamente. In questi frangenti non è il prezzo il termometro, ma la capacità del sistema a reagire e non creare il panico da scaffale vuoto. La reazione la stiamo osservando oggi. A scaffali pieni e cittadini con dispense trasbordanti il mercato ripiega. Si ferma. Ma non del tutto. Ci pensa il bistrattato lungo B a mantenere alta la tensione. Per dirla con parole di Arthur Bloch che, adattando il primo principio di Heisenberg al mercato, afferma: “Puoi sapere dove va il mercato, ma non puoi sapere dove andrà una volta che ci è arrivato”».
Poca domanda di tondo
«L’Indica è a 37 euro/t, a seguito di maggiori richieste provenienti dall’estero sia di parboiled che di raffinato – spiega Andreea Lazar, mediatrice del vercellese». «Il rallentamento delle spedizioni dei paesi extra UE e l’aumento dei prezzi, ha permesso anche al riso italiano ed europeo di seguire lo stesso trend – aggiunge Stefano Pezzoni, pubblico mediatore (http://www.reschiriso.it/) – Inoltre, bisogna segnalare una maggiore offerta dei risoni Tondi rispetto ad una debole domanda da parte delle riserie, ma credo che questa tendenza non sarà duratura. Per quanto riguarda i risi da risotto vi è una certa stabilità che, a causa delle scorte abbondanti presso gli operatori, potrebbe protrarsi ancora per qualche settimana». A tal proposito, secondo l’Ente Nazionale Risi, la situazione trasferimenti risone al 12 maggio 2020, si presentava come di seguito: «19.547 tonnellate di “lunghi A”, 11.680 di “lunghi B”, 7.390 di “tondi” e 829 di “medi”, per un totale di 39.446 tonnellate. Rispetto a un anno fa i trasferimenti fanno segnare un incremento di 82.848 tonnellate (+7%). I comparti dei “tondi” e dei “medi” risultano in calo di 39.261 e 9.280 tonnellate, mentre quelli dei “lunghi B” e dei “lunghi A” risultano in aumento rispettivamente di 69.712 e 61.677 tonnellate».
Anche Ribe in difficoltà
Per il Consorzio Vendita Risone Società Cooperativa: «Il momento sta confermando il trend degli ultimi mercati pressoché per tutti i gruppi varietali probabilmente a causa di una copertura discreta dell’industria. Continuano il loro periodo di pesantezza sia i Tondi (generici, Centauro e Selenio) sia i Tipo Ribe: per entrambe c’è difficoltà di collocazione e, comunque, non ad un prezzo superiore ai 38 €/qle. La domanda rimane discreta per i risi da interno con offerte uniformate a 50 €/qle per tutte le varietà».
Comunque domanda in flessione
«Anche in questa settimana il mercato del risone si presenta con un calo di richieste da parte delle riserie ed evidentemente da parte della grande distribuzione che nelle settimane precedenti ha fatto incetta di prodotti – spiega Giovanni Migliavacca, mediatore nel milanese – Viene confermato anche il calo di interesse verso le varietà tipo Ribe a 38euro/t; gli originari a 39 e sono poco richiesti; Baldo e similari fermi a 50 euro/t, a dimostrazione del fatto che la Turchia attualmente non richiede i suddetti risoni. I risi da interno tipo Arborio, Volano e similari stabili a 50 euro/t con fatica di collocamento; Carnaroli unico cercato é arrivato a 53 euro/t». «Dall’ultimo listino si osserva anche la prima uscita di scena da parte di Roma e similari, ormai con un quantitativo collocato superiore al 95%» – conclude Alessandro Barberis, mediatore del vercellese. Autore: Martina Fasani