Alcuni ricercatori argentini stanno portando avanti una ricerca che mira a riciclare i residui del riso, allo scopo di ottenere silice amorfa dagli scarti, dalla lolla e dalla paglia in particolare: si tratta di una materia prima che la nazione sudamericana non produce e dunque importa totalmente dall’estero. Il suo fabbisogno ammonta a quasi 7 miloni di tonnellate l’anno. La silice amorfa viene utilizzata nell’industria della gomma, e ha un largo impiego anche nel settore agroalimentare. Gli studenti dell’Istituto nazionale di tecnologia industriale hanno studiato un processo, che pur provenendo da fonte sostenibile non è del tutto ecocompatibile perché prevede l’incenerimento della lolla e della paglia, con l’emissione di fumi. E’ risultato comunque avere un impatto minore in atmosfera rispetto alla tradizionale bruciatura delle stoppie in campo. A questo scopo sono stati utilizzati i residui del riso di sette varietà attualmente coltivate nella zona di Corrientes, che sono stati sottoposti a combustione: le ceneri contengono una percentuale di silicio che va dal 17,5% al 24,5%, a seconda delle diverse varietà di riso. La qualità finale del silicio appare in linea con quella importata, e dunque può avere un interessante valore di mercato.
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost