Il periodo che esaminiamo in questo articolo (1 giugno – 15 luglio) si è caratterizzato per:
– ottimi livelli delle risorse radiative (radiazione solare globale) per la coltura
– temperature massime quasi sempre superiori alla norma con picchi di 34-35°C il 16 e il 23 giugno e temporanea discesa al di sotto della norma dal 28 giugno al 2 luglio
– temperature minime quasi sempre superiori alla norma e anch’esse in temporanea discesa al di sotto della norma dal 28 giugno al 2 luglio. In complesso il livello di anomalia positiva delle minime è stato inferiore a quello delle massime, complice il cielo quasi sempre sgombro da nubi che ha favorito il raffreddamento notturno
– buoni livelli di escursione termica (media sull’intero periodo di 11-12°C, lievemente superiore alla norma)
– livello dei laghi al 15 luglio nella norma per Maggiore, Como e Iseo e inferiore alla norma per Garda.
Decorso circolatorio e termo-pluviometrico
La carta media mensile del livello di pressione di 850 hPa (figura 1 – Carta circolatoria del livello di pressione di 850 hPa – media del periodo 1-30 giugno) mostra l’areale a nord delle Alpi dominato da un regime di veloci correnti atlantiche che fluiscono fra una depressione d’Islanda anormalmente intensa e l’anticiclone delle Azzorre. L’areale italiano è invece dominato da un promontorio da sudovest dell’anticiclone delle Azzorre, la cui persistenza è attestata dal fatto che sulla nostra area nel periodo in esame si sono manifestate 4 perturbazioni, rispettivamente transitate fra 4 e 6 giugno, il 25 giugno, fra 28 giugno e 2 luglio e fra lunedì 10 e mercoledì 12 luglio.
La figura 2 (Temperature medie giornaliere per l’areale risicolo del Nord Italia (media di Torino, Novara, Milano e Verona) dal 1 gennaio al 5 luglio 2017), aggiornata al 13 luglio, mostra l’andamento delle temperature medie dell’areale risicolo nel 2017 (linea sottile) e del trentennio 1987-2016 (linea più spessa). Le anomalie positive sono evidenziate riempiendo in rosso le aree comprese fra le due linee e quelle negative riempiendo in azzurro tali aree. Si noti anzitutto il significativo effetto termico della perturbazione del 28 giugno – 2 luglio che ha provocato la discesa delle temperature medie al di sotto della norma. A parte ciò, le temperature del periodo in esame si sono mantenute costantemente sopra della norma con picchi nelle temperature massime di 34-35°C raggiunti nei giorni 16 e 23 giugno. Stiamo parlando in ogni caso di valori inferiori al cardinale massimo del riso (38°C) e che dunque hanno interferito in modo contenuto con lo sviluppo della coltura.
Per analizzare i livelli di anomalia termica e pluviometrica per l’areale risicolo del Nord Italia si è realizzata la tabella che segue e che si riferisce ai mesi di giugno dal 1973 al 2017, ordinati a partire dal più caldo per le temperature massime e minime e a partire dal meno piovoso per le piogge. Si noti che giugno 2017 è stato il secondo più caldo dal 1973 a oggi per quanto riguarda le temperature massime e il terzo più caldo per quanto riguarda le minime. Per quanto attiene invece alle piogge, il mese si è collocato solo al 22° posto con una piovosità media di 60 mm, pienamente dalla norma.
Il confronto con il 2003 può essere illuminante per porre l’anno in corso nella giusta prospettiva. Al riguardo si osservi che rispetto al 2003, che in tabella si propone come anno record a livello di temperature, il mese di giugno 2017 è sotto di circa 2°C sia nelle minime sia nelle massime. Ciò si spiega con il fatto che il giugno 2003 si caratterizzò per un promontorio anticiclonico subtropicale da sud assai più robusto di quello manifestatosi nel 2017 e dunque con effetti termici più potenti e dovuti sia all’afflusso di aria torrida da sud-sudovest sia al riscaldamento per compressione caratteristico delle aree anticicloniche, nella quali l’aria ricade tipicamente dall’alto. La maggior robustezza dell’anticiclone del giugno 2003 è evidenziata dalla figura 3, ove il cuore dell’anticiclone nelle due annate è riportato con i colori gialli e rossi.
Pronostici per le prossime settimane
L’anomalia termica positiva si rivela problematica per il riso soprattutto nella fase fenologica, ancora al di là da venire, di riempimento della granella. In tale fase le temperature medie superiori a 26°C aumentano la percentuale di chicchi fessurati o gessati. Da questo punto di vista è difficile fare pronostici in quanto le previsioni hanno un’attendibilità sufficiente fino a 5 – 7 giorni mentre dal 7° al 14° giorno possono essene lette solo come semplici tendenze. Appare tuttavia significativo il fatto che il 2017 si sia fin qui caratterizzato per promotori anticiclonici da sudovest non particolarmente robusti, il che significa che le correnti atlantiche, umide e miti, si sono mantenute costantemente attive poco più a nord dello spartiacque alpino (figura 1). Ciò spiega il periodico riproporsi di fasi di variabilità con rientro delle temperature nella norma. Una di queste fasi è attualmente in corso e ad essa subentrerà nei prossimi giorni una ripresa delle temperature che si porteranno su valori di 2-4°C al di sopra della norma. Una nuova perturbazione è tuttavia attesa dal 25 luglio con ingresso in una nuova fase di variabilità a tratti perturbata ch dovrebbe protrarsi fino al primo d’agosto. Oltre tale limite non ci è dato al momento di spingerci con prodotti previsionali che abbiamo un’attendibilità utile ai fini operativi.
Le risorse idriche
Il livello dei laghi prealpini (Maggiore, Como, Iseo) aggiornato al 16 luglio si attesta su valori prossimi alla norma mentre il lago di Garda si mantiene su valori inferiori alla norma (http://www.girovaghi.it/METEO/livelli_idrometrici.php).
I riflessi sulla coltura del riso
Le maggiori criticità per la coltura nel periodo in esame sono state legate alla disponibilità idrica che in qualche comprensorio è risultata discontinua o insufficiente.
Anche se allo stato attuale non sono segnalati danni diretti alle colture, la non ottimale disponibilità della risorsa idrica ha in vari casi influito negativamente sull’esito degli interventi fitosanitari, provocando danni indiretti al momento difficili da quantificare. In linea di massima le limitazioni nella dispensa irrigua erogata, talora attuate dai consorzi irrigui, hanno posto in evidenza la necessità di gestire più attentamente le risorse idriche. Nei comprensori in cui la gestione è risultata più efficiente le criticità sono state modeste se non irrilevanti. In altri casi, specie in condizioni di elevata diffusione della tecnica di semina a file interrate in luogo della tradizionale semina in sommersione, la mancata o dilazionata “ricarica” delle falde può avere creato qualche problema, solo parzialmente attenuato dalla fase perturbata dell’ultima settimana di giugno.
Lo stato delle colture appare comunque complessivamente nella norma, con alcuni casi di leggero anticipo nel ciclo vegetativo. Continuano le segnalazioni di sporadici ma violentissimi attacchi di Lyssorhoptrus oryzophilus (punteruolo acquatico) specie allo stadio larvale; sono giunte anche segnalazioni di alcuni attacchi di Trigonotylus caelestialium (miride della risaia) e di Dikeya chrysanthemi (marciume batterico) su cui potrebbe rivelarsi opportuno un monitoraggio a livello aziendale.
Da segnalare infine che la rottura del tempo registrata fra 10 e 12 luglio si è manifestata con eventi temporaleschi a carattere localmente molto intenso, accompagnati da grandine e forti venti, che hanno interessato in particolare alcune zone della Bassa Vercellese e della Lomellina. Inoltre una replica temporalesca si è verificata tra Novarese e Lomellina nelle prime ore del 14 luglio. Pur essendo prematura ogni valutazione quantitativa, sembra che i danni alle colture (dovuti alla grandine) e quelli a strutture e piantagioni (dovuti al vento) siano talora consistenti.
Fonti dei dati
L’analisi è basata su dati meteorologici provenienti dagli archivi della NOAA (ente statunitense per la meteorologia e gli oceani). Dalla stessa NOAA provengono le carte circolatorie consultate. I dati medi dell’areale risicolo del Nord Italia sono espressi come media delle 4 stazioni aeroportuali di Torino Caselle, Novara Cameri, Milano Linate e Verona Villafranca. Autori: Luigi Mariani, Società Agraria della Lombardia e Università degli Studi di Milano – Disaa; Flavio Barozzi, Società Agraria della Lombardia