Cambio al vertice Agia della provincia di Pavia. Eletta Lucia Buffa. E’ la prima donna al timone dell’associazione. Lunedì 20 giugno presso la sede provinciale Cia di Pavia a partire dalle 21 si è tenuta l’assemblea straordinaria dell’Associazione giovani imprenditori agricoli per eleggere il nuovo presidente che subentra a Carlo Emilio Zucchella, in carica dal 2013. Lucia Buffa, classe 1988 (terza da sinistra nella foto grande), è imprenditrice agricola presso la sua azienda di Castelnovetto. Da anni è impegnata in Agia, dove ha collaborato al fianco di Carlo Emilio Zucchella. Presenti all’incontro i vertici di Agia, in particolare il presidente regionale Paolo Maccazzola, la presidente nazionale Maria Pirrone e, per quanto riguarda Cia, la vice presidente nazionale Cinzia Pagni, il presidente regionale Giovanni Daghetta, il direttore provinciale Elena Vercesi e il segretario della zona di Mortara, Rocco Pizzarelli. In questo suo debutto, la presidente Buffa ha espresso le indicazioni operative che vuole adottare, grazie ad un impegno forte da parte sua per metterle in pratica. Impegno che vuole essere almeno proporzionale alle complesse problematiche che vive l’agricoltura e soprattutto che i giovani in agricoltura oggi affrontano.
La sua attenzione va, in primo luogo, a tre temi ritenuti centrali ossia i giovani, il cambio generazionale negli organi di rappresentanza degli agricoltori e la produzione. “Il caso dei giovani in ogni comparto produttivo, e in agricoltura in particolare, rischia di diventare una cantilena. – sottolinea Lucia Buffa – Mille volte abbiamo sentito dire della necessità di un cambio generazionale nei ruoli decisionali, della necessità che i giovani siano più ascoltati e tenuti in considerazione. Se da una parte ci sono spazi limitati per dare ai giovani ruoli che non siano marginali, bisogna notare che troppo spesso la responsabilità è dei giovani stessi, che non sanno dare prova della necessità di un loro ruolo insostituibile. Io dico che oggi è tempo di metterci in gioco e svolgere un ruolo attivo, forte, propulsivo, che ci renda utili, direi preziosi, nel panorama della rappresentanza del mondo agricolo pavese. E questo intendo fare lavorando e creando nel nostro gruppo un vero laboratorio di idee capaci di confrontarsi e di diventare uno strumento per tutto il settore. Non certo di restare una sorta di riserva indiana, pittoresca o inutile”.
Per tale ragione una delle priorità scelte da Lucia Buffa da portare a compimento nel suo mandato è quella di creare un gruppo attivo e volenteroso di giovani imprenditori, investendo sulla comunicazione per dare forza a nuove idee, e coinvolgendo un’opinione pubblica che è il partner ideale in una visione diversa del mercato. “Non possiamo permetterci di lasciare spazi liberi in cui si infilano forme di speculazione, anche economica, che levano ossigeno alle nostre aziende. Noi dobbiamo esserci – continua Lucia Buffa – dobbiamo saper farci sentire e tornare ad essere presenti nelle manifestazioni tradizionali a cui noi giovani Agia abbiamo sempre partecipato, cito la festa della cascina Salsiccia di Vigevano, la fiera di Robbio e la Teen Night di Mortara, perché sono tutte manifestazioni a cui tengo molto e a cui spero di riuscire a presenziare con il mio nuovo gruppo di lavoro giovane, per portare Cia tra i cittadini e far loro conoscere le nostre strategie. Strategie che noi dobbiamo elaborare per ridare all’agricoltura quel ruolo centrale che mai come oggi le spetta, per evitare che altri decidano al nostro posto o senza neppure interpellarci”.
In ultima battuta Lucia Buffa si è soffermata sul panorama della progressiva demolizione delle barriere commerciali che porta alla creazione di interrogativi sulle possibili strategie da attuare nelle aziende pavesi. Come fare per riuscire a dare al riso una valenza che lo ponga in evidenza sui mercati? Perché in Italia è impensabile produrre riso allo stesso prezzo dell’Indocina o dei tristemente famosi PMA. “Questo sarà un primo banco di prova – sostiene Lucia Buffa – del laboratorio di idee che vuole diventare il mio gruppo. Io mi limito a dire che tutte le ricerche di mercato indicano oggi uno stretto parallelo tra salubrità e qualità e che il settore degli alimenti coperti da marchi, che ne garantiscono l’origine e da disciplinare di produzione, in un solo anno è salito in alcuni casi del 50%. Cerchiamo di non farci tagliare fuori da una tendenza che a mio avviso non solo si consoliderà, ma crescerà ulteriormente. In questo senso dobbiamo sottolineare con forza il legame tra materia prima e prodotto al consumo. E’ inaccettabile che oggi vi siano produzioni gastronomiche tipiche sbandierate come vere chicche del mercato, che in realtà sono ottenute da materie prime di scadente qualità e totalmente di importazione. Dobbiamo pretendere che la grande attenzione oggi rivolta al cibo, direi attenzione asfissiante, abbia come presupposto la tipicità della materia prima, quella che noi siamo in grado di produrre e valorizzare. Questo è un impegno primario e irrinunciabile per una terra come la nostra benedetta dall’acqua e dalla sapienza di chi ci ha preceduto”.