Mentre proseguono le polemiche circa il rinnovo dell’autorizzazione all’impiego in Europa del glifosate (principio attivo di cui molte organizzazioni “ambientaliste” e forze politiche vorrebbero vietare l’ uso in Europa, senza peraltro chiedere alcun divieto, limite o controllo sull’ importazione di prodotti agroalimentari ottenuti con l’uso di glifosate nel resto del mondo) quattro sostanze attive hanno superato le forche caudine del rinnovo comunitario. Si tratta dell’antiperonosporico iprovalicarb, dell’erbicida disseccante pyraflufen etile, dell’insetticida piretroide lambda-cialotrina e dell’erbicida solfonilureico metsulfuron-methyl, la cui autorizzazione era prossima alla scadenza.
Le due ultime sostanze attive interessano direttamente la risicoltura. Il metsulfuron-methyl è contenuto in miscela con il bensulfuron-methyl in alcuni formulati commerciali utilizzati per il diserbo della risaia, risultando particolarmente attivo contro infestanti di difficile controllo come Heteranthera spp. a nascita tardiva, ed esercitando una certa azione anche su Leersia oryzoides. La lambda-cialotrina è l’ unica sostanza attiva registrata per il controllo del punteruolo acquatico con coltura del riso in atto (il rynaxypyr è registrato solo per l’ uso in concia delle sementi certificate, mentre l’ alfa-cipermetrina è ammessa solo per il contenimento degli afidi).
Entrambe le sostanze attive sono state autorizzate fino al 31 marzo 2023, in quanto classificate come “candidate alla sostituzione” (formula che consente l’ autorizzazione per 7 anni anziché 15 come per le autorizzazioni “standard” con cui sono passate iprovalicarb e pyraflufen). Secondo alcuni osservatori la decisione di classificare queste sostanze come “candidate alla sostituzione” sarebbe troppo restrittiva, tenendo conto solo di alcuni aspetti eco-tossicologici (la lambda-cialotrina ha una PNEC particolarmente bassa, mentre metsulfuron-methyl presenterebbe valori relativamente elevati dell’ emivita) ma non del contesto d’ impiego, che comporta dosaggi estremamente ridotti (nell’ ordine di frazioni di grammo per ettaro di sostanza attiva). In ogni caso, dopo tante revoche e limitazioni, sembra che almeno fino al 2023 questi principi attivi possano ancora essere utilizzati per difendere le colture. E comunque va ricordato che l’ impiego razionale dei prodotti fitosanitari, finalizzato ad ottenere la massima efficacia del trattamento quando esso si rende necessario, costituisce la prima misura per mitigarne l’ impatto.
Il rinnovo dell’ autorizzazione delle sostanze attive citate comporta ora la richiesta di rinnovo dei formulati commerciali che le contengono (da sole o in miscela, come nel caso dei formulati contenenti metsulfuron-methyl impiegati in risaia) che dovrà essere presentata entro il prossimo 30 giugno. La nuova registrazione dei formulati commerciali dovrebbe avvenire entro marzo 2017. In ogni caso i prodotti contenenti le sostanze attive citate attualmente in commercio potranno essere utilizzati per tutto il 2016.
Non si hanno invece ancora notizie ufficiali circa l’ eventuale “autorizzazione d’ emergenza” per altre sostanze attive, quali il pretilachlor, il quinclorac ed il propanile (per triciclazolo vale un discorso a parte, di cui “Riso Italiano” ha più volte dato conto), talora indispensabili per far fronte ad un quadro fitosanitario spesso preoccupante. Nel 2015 l’ autorizzazione d’emergenza ai sensi dell’ art.53 del reg.UE 1107/09 era arrivata per le tre sostanze citate a partire da inizio marzo. Al momento, si sa solo che il Servizio Fitosanitario Nazionale ha dato il suo parere ma si attende la decisione finale della Commissione Consultiva dei Prodotti Fitosanitari (CCPF) del Ministero della Salute, la quale si riunirà il 23 marzo. Autore: Flavio Barozzi, dottore agronomo – flavio.barozzi@odaf.mi.it (21.03.2016)