Tempo di diserbi e di polemiche. Ma la scienza ci aiuterà a dire basta ai luoghi comuni. Ci riferiamo a quelli sui residui nell’acqua. Ma è davvero tutta colpa del diserbo se l’acqua è inquinata? Non solo. Ci sono anche molti luoghi comuni sullo sciupio della risorsa idrica in risicoltura… Quant’è pulita l’acqua di risaia e come si utilizza per non sprecarla lo sapremo al termine del programma “Water impacts of paddy environment (Watpad)” promosso dalla Fondazione Cariplo con 250.000 euro. La ricerca verte sull’inquinamento delle acque tra il Ticino e la Sesia e sulla corretta gestione della risorsa idrica e sarà realizzata dall’Ente Nazionale Risi e dall’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con il coordinamento del dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano. Il progetto si svilupperà a Semiana in due anni (campagne 2015 e 2016) e utilizzerà un approccio “multiscala”, considerando cioè un distretto irriguo, alcune camere di risaia e la rete irrigua dell’azienda agricola. Saranno esaminati sia il consumo idrico in campo e nell’azienda che l’impatto della risaia sulla qualità delle acque. Il Centro ricerche dell’Ente nazionale risi schiererà Simone Silvestri, Marco Romani, Eleonora Miniotti e Daniele Tenni che dovranno quantificare il bilancio idrico al crescere del campo e dell’azienda onde calcolare l’efficienza di utilizzo dell’acqua, nonché identificare i fattori chiave che influenzano le perdite. Saranno misurate anche le concentrazioni di nutrienti, agrofarmaci, metalli pesanti e inquinanti nelle acque superficiali in ingresso e in uscita da ciascuna camera di risaia nonchè nelle acque di falda e sarà valutato il ruolo delle pratiche agronomiche nella contaminazione delle acque, sperimentando nuove pratiche per ridurre il rilascio di sostanze inquinanti nelle acque superficiali e sotterranee. Ma ecco cosa può già dirci uno dei responsabili del progetto, il dottor Marco Romani del Crr: «Le analisi sulle acque superficiali e sotterranee sono fatte ordinariamente dagli enti preposti e quelle continuano a valere per quanto attiene alla salubrità delle risorse idriche. Le nostre analisi saranno più approfondite e ci permetteranno di rispondere ad esempio agli interrogativi circa l’origine dell’inquinamento di tali acque, se cioè sia agricola oppure diversa; inoltre saranno più diffuse, il che consentirà di avere un quadro analitico più completo e di investigare sul comportamento di alcune sostanze che sono importanti per l’agricoltura, come il glifosate, e per la risicoltura, come l’oxadiazon, che è stato recentemente al centro delle valutazioni della Regione Lombardia nell’adozione del pan». (09.06.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.