Come si sa, dal 26 novembre è in vigore il nuovo sistema di formazione nazionale per utilizzatori, rivenditori e consulenti per l’uso dei prodotti fitosanitari. Purtroppo però, come ripetiamo da tempo, questo fronte è sempre più incerto, particolarmente nelle Regioni risicole più importanti, cioè in Piemonte e in Lombardia.
Il D.lgs. 150/2012, attuativo della direttiva 2009/128/CE in materia di uso sostenibile dei pesticidi, stabilisce che a decorrere dal 26 novembre 2015 chiunque acquisti e utilizzi in modo professionale prodotti fitosanitari o intenda svolgere attività di vendita di tali prodotti o di consulenza sull’impiego degli stessi, deve essere in possesso di specifiche abilitazioni. Le Regioni – secondo quanto stabilito dal Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (DM 22 gennaio 2014) – dovevano mettere a disposizione degli utenti entro il 26 novembre 2014, attenendosi ai requisiti indicati dal d.lgs. 150/2012 e dal Piano medesimo un sistema di formazione, rilascio e rinnovo per ottenere le abilitazioni.
Ai sensi del D.Lgs. n. 150/2012, art. 3, si intende per utilizzatore professionale la persona che utilizza i prodotti fitosanitari nel corso di un’attività professionale, compresi gli operatori e i tecnici, gli imprenditori e i lavoratori autonomi, sia nel settore agricolo sia in altri settori. I soggetti in possesso di diploma di istruzione superiore di durata quinquennale o di laurea, anche triennale, nelle discipline agrarie e forestali, biologiche, naturali, ambientali, chimiche, farmaceutiche, mediche e veterinarie restano esentati dall’obbligo di frequenza del corso di formazione, ma devono sostenere l’esame, mentre con la precedente normativa il solo possesso del titolo dava diritto al rilascio del “patentino”. Fin qui la norma e le sue conseguenze “teoriche”. In pratica, però, secondo le informazioni che abbiamo raccolto – e che gradiremmo veder smentite dai fatti -, la situazione è di stallo. Sia Regione Piemonte che Regione Lombardia avrebbero deciso di sospendere il rilascio dei “patentini”, fatti salvi quelli previsti per corsi già avviati secondo la vecchia normativa: non è ancora ben chiaro quali saranno i soggetti abilitati ad erogare la formazione di utilizzatori e distributori, mentre sulla vexata quaestio della formazione dei “consulenti” pende il ricorso al TAR della Campania, presentato dai Collegi Nazionali di agronomi e agrotecnici. (Per scaricare il documento della Regione Piemonte clicca QUI.)
Come abbiamo scritto, si è tenuta nei giorno scorsi in Regione Lombardia l’audizione pubblica sul PAR e da indiscrezioni sembra che il testo proposto sia stato oggetto di varie osservazioni critiche. La Federazione Regionale dei Dottori Agronomi ha presentato 11 pagine di “emendamenti” (molti relativi alla questione consulenza, ma alcuni specificamente tecnici), la Coldiretti avrebbe presentato un documento molto critico ed articolato e pure da Confagricoltura emergerebbero parole di critica sull’operato della Regione. Per contro, i funzionari regionali in quella riunione sarebbero apparsi disponibili a un dialogo che tuttavia appare condizionato dalla ristrettezza dei tempi (il quaderno di campagna elettronico dovrebbe partire, salvo proroghe, già dal 1° gennaio 2015). Tra le sostanze attive oggetto di limitazione sembrerebbe aprirsi qualche spiraglio per Glifosate, mentre sarebbe più complessa la situazione per Oxadiazon. Anche su questa sostanza attiva vi sarebbe stata una parziale retromarcia della Regione, per la quale per “semina in asciutta” sembra si debba intendere il riso ad irrigazione turnata e non quello seminato a file e successivamente sommerso. Un’ interpretazione che ridurrebbe sensibilmente l’ impatto delle limitazioni, specie nelle ZPS (dove sono già vietati i p.a. con “autorizzazione d’ emergenza” come Propanile, Quinclorac e Pretilachlor). (13.12.14)