Il 28 settembre scorso scrivevo su RisoItaliano “Verso un raccolto deludente”. All’ epoca le operazioni di raccolta erano appena iniziate, con ritardo cospicuo rispetto alla consuetudine degli ultimi anni, ed i primissimi dati produttivi erano generalmente poco incoraggianti, anche se condizionati da una numerosità del campione piuttosto limitata. Esattamente un mese dopo, con le operazioni di raccolta che volgono al termine, appare paradossalmente ancor più difficile impostare un bilancio preciso di un’annata che si presenta quanto mai variegata e contraddittoria sul piano produttivo (e ciò sia per quanto riguarda gli aspetti quantitativi che quelli qualitativi).Appare chiaro che la produzione sia in calo rispetto al 2013 (che già aveva fatto segnare un -3,3% sul 2012), anche se non è semplice quantificare a quanto possa ammontare questa riduzione produttiva. I riscontri che arrivano dalle aziende evidenziano quella che si usa definire una situazione a macchia di leopardo, con variazioni produttive anche considerevoli all’ interno di aree apparentemente omogenee ed addirittura nell’ ambito della stessa azienda e della stessa varietà. A complicare le stime contribuiscono le segnalazioni di pesi specifici inferiori alla norma che continuano episodicamente ad arrivare, specie per le prime partite raccolte.
In questi giorni si sono avviati contatti e riscontri per cercare di definire un quadro quanto più possibile oggettivo di una situazione alquanto variegata. Su una quarantina di aziende, tutte localizzate nell’ areale nord-occidentale (e quindi senza alcuna pretesa di carattere statistico), quattro dichiarano produzioni addirittura superiori al 2013. Una decina segnala dati in linea con lo scorso anno o al limite riduzioni produttive di entità così limitata (-2/-4%) da risultare statisticamente poco significative. Tutte le altre denunciano cali produttivi più rilevanti, con minimi del -5 e punte del -35/-40% su alcune varietà. I valori modali, cioè quelli più frequenti, indicano riduzioni produttive mediamente collocate tra il -10 ed il -15% (che tra l’ altro corrispondono a quanto dichiarato dal consigliere di ENR Melotti a “L’Arena” di Verona relativamente a quell’ areale, e riportato su RisoItaliano del 27 ottobre). Tra le cause del calo produttivo appaiono rilevanti gli attacchi di patogeni fungini (essenzialmente Pyricularia,manifestatasi in alcune zone con particolare virulenza ad inizio agosto, e sporadicamente in epoca più tardiva, ma anche Fusarium ed in minor misura Drechslera) e le varie forme di sterilità fiorale. Migliore appare il profilo qualitativo, anche se pure su questo fronte non mancano dati estremamente variabili con rese industriali elevate e granelli perfetti accanto a rese sconfortanti, dell’ ordine del 40-45%, e chicchi difettosi, soprattutto per la presenza di gessato.
A livello di gruppi varietali sembrano aver “tenuto” abbastanza i tondi, anche se con diverse dinamiche tra le varietà del gruppo (alcune sarebbero andate bene o benissimo, altre pare siano state condizionate da attacchi di brusone e da fenomeni di sterilità legati alle basse temperature in fioritura ed alla “sterilità atipica”). Difficile fare un quadro della situazione del gruppo dei medi in cui, a parte il Vialone Nano più o meno pesantemente penalizzato da attacchi di brusone, il panorama varietale è abbastanza modesto. Tra il lunghi da parboiled vi sono varietà che hanno tenuto bene ed altre che in diversi casi sarebbero incappate in debacle produttive molto significative (anche se non mancano casi in controtendenza con agricoltori soddisfatti da varietà che in altre aziende hanno dato risultati molto negativi). Sembrerebbe mediamente negativo l’ andamento dei lunghi da mercato interno, anche se pure in questo segmento vengono segnalati casi di produzioni quantitativamente e qualitativamente soddisfacenti accanto a risultati produttivi molto deficitari (nell’ ordine di 3,5-4 tonnellate per ettaro); tuttavia la sensazione (avvalorata anche dall’ andamento dei corsi di mercato) è che per questo gruppo varietale il calo produttivo percentuale sia abbondantemente in doppia cifra. Complicato da decifrare l’ andamento degli indica: partiti male, con alcuni casi di varietà precoci spesso seminate in epoca anticipata che hanno dato risultati molto negativi, sembrerebbero essersi ripresi strada facendo. Certamente potranno avere un calo produttivo anche rilevante rispetto al 2013 (’ anno scorso il gruppo degli indica aveva una produzione media nazionale -dati Ente Risi- di 7 tonnellate per ettaro, alquanto improbabile da ripetere anche in annate meno complicate), ma che non è semplice ipotizzare.
Le operazioni di raccolta sono, come si diceva, in via di ultimazione. A parte la seconda settimana di ottobre, caratterizzata da precipitazioni ripetute ma non eccessivamente abbondanti, l’ andamento meteo della fase di raccolta è stato favorevole (e dovrebbe rimanere tale fino alla fine di questa settimana), a fronte di un andamento climatico perlomeno anomalo nel periodo di coltivazione. Entro il 10 novembre dovrebbero essere inviate all’ Ente Risi le denunce di produzione per il 2014. Sulla base di quei dati sarà elaborata dall’ ENR la Relazione sull’ andamento del mercato e sue prospettive, che fornirà i dati ufficiali di questa difficile annata (lo scorso anno la relazione venne pubblicata il 16 dicembre). Autore: Flavio Barozzi. (Si ringrazia il dott.agr. Davide Vancetti per la preziosa collaborazione nella raccolta delle informazioni)