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LA CAMBOGIA REPLICA SU ORYZA.COM

da | 8 Lug 2014 | NEWS

bbQuando il gioco si fa duro… i cambogiani replicano al pressing italiano. E’ successo ieri. Di fronte alle azioni della filiera italiana e spagnola per ottenere da Bruxelles la sospensione delle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia a dazio zero, il segretario generale della federazione cambogiana dei produttori di riso ha preso carta e penna e ha scritto al sito più visitato della risicoltura statunitense, www.oryza.com “Abbiamo sentito più volte, dall’anno scorso, alcuni paesi dell’Europa meridionale come Spagna e Italia esprimere preoccupazione per un improvviso aumento delle importazioni di riso cambogiano in UE che, dicono, avrebbe distorto il mercato facendo concorrenza sleale”. La federazione asiatica si tiene ben informata, tant’è vero che il comunicato parla di “rumore” e “implorazione” dell’Italia, che anche recentemente ha chiesto “all’Ue di revocare il regime EBA per la Cambogia”. Informatissima, se si considera che la missiva puntualizza come “la preoccupazione italiana è stato finora raccolto dai media, ma deve ancora essere ufficialmente presentata presso l’Unione europea a Bruxelles”: effettivamente è così, nel senso che il paper governativo, è già arrivato a Bruxelles ma non ufficialmente, come pure la Commissione ha ricevuto un dossier analogo dalla Spagna. I cambogiani sembrano addirittura sollecitare l’Italia a fare questo passo – “sarebbe bene per tutte le parti avere una chiara prospettiva” – e propongono addirittura un controdossier, a riprova del fatto che gli argomenti delle parti sono di dominio pubblico. Iniziano col dire che “le importazioni di riso in EU non sono aumentate più di tanto, secondo le statistiche ufficiali” perché se è vero che “il riso di origine cambogiana ha visto un aumento altre provenienze come la Thailandia sono calate” e pertanto “la distorsione del mercato è ancora ben lontana”. I cambogiani ricordano che l’Unione è deficitaria in questo prodotto e deve importare un milione e più tonnellate all’anno. Ma non è tutto: “ci sono alcune varietà che non possono essere coltivate nell’UE” e queste varietà non possono essere incluse nelle rivendicazioni italiane, sottolinea la nota. E poi, come si dice, in cauda venenum: “il direttore generale dell’Ente Risi ha detto che la nuova Pac non protegge il riso europeo” e quindi “la protesta contro il riso cambogiano (e prossimamente quello di Myanmar) può essere provocata piuttosto dalla nuova politica comunitaria nei confronti di agricoltori. La riforma della PAC sta cambiando la struttura di sostegno dell’UE e i coltivatori di riso avranno meno aiuti ad ettaro rispetto al regime precedente. Questo può motivare la tensione contro il più competitivo riso lungo cambogiano” è la conclusione dei cambogiani, che si preparando quindi a tenere la linea dura di fronte ad un eventuale richiesta europea di rinegoziazione delle esenzioni daziarie. La lettera della Cambodian Rice Federation si può leggere su http://www.oryza.com/op-ed/oryza-shares-opinion-acting-secretary-general-cambodia-rice-federation#sthash.9kxfPOYr.dpuf

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