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LA GUERRA DELL'ACQUA

da | 7 Lug 2014 | NEWS

La guerra del Lago Maggiore approda sulle pagine dei giornali nazionali. Se ne è occupato Avvenire sull’edizione di ieri, domenica. “Una nota del Ministero dell’Ambiente sta scatenando il panico tra gli agricoltori e gli ambientalisti – scrive Paolo Viana -, inaspettatamente uniti dalla necessità di difendere l’acqua del Ticino. Secondo le istruzioni dettate al Consorzio del Ticino, che gestisce la diga della Miorina, d’ora innanzi non varranno più le regole dettate dalla Protezione civile in occasione delle vecchie emergenze idriche, ma si dovrà mantenere il lago a livelli prossimi al metro rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende. Tecnicalità a parte, in caso di siccità improvvisa, la riserva d’acqua immagazzinata sarà minore rispetto agli anni scorsi; ci sarà dunque meno acqua da distribuire alle campagne e anche l’ambiente fluviale ne risentirà: meno acqua significa meno flora e meno fauna”. Oggi il Ticino ha un deflusso regolare, riferisce il giornale, di 200 metri cubi al secondo, “ma bastano pochi giorni senza piogge per riportarci agli scenari del 2012, quando la Lombardia e il Piemonte si salvarono dalla siccità solo grazie all’apertura delle paratie di Golasecca e al fatto che il bacino era sufficientemente colmo” aggiunge. Per questo, le organizzazioni agricole hanno chiesto la sospensione del provvedimento e il Parco del Ticino minaccia azioni legali: gli enti che lo gestiscono sono due, piemontese e lombardo, ma fanno fronte unico. «Il Consiglio di Gestione dell’Ente ha deciso di tutelare il Parco da eventuali danni all’ecosistema fluviale che la scelta del Ministero potrebbe causare, anche con iniziativa legali » conferma il vicepresidente lombardo Luigi Duse, mentre il presidente piemontese, Marco Avanza, che ha appena incassato l’estensione della tutela Mab dell’Unesco su 60mila ettari (nel 2002 erano un decimo), denuncia: «è a rischio tutta la gestione idraulica». La battaglia è sostenuta anche dal Fondo per l’ambiente italiano, presieduto da Giulia Maria Crespi, la quale ha già ottenuto l’interessamento del Ministro Galletti a questo caso. Secondo il Consorzio del Ticino non vi è da preoccuparsi. Avvenire diffonde una nota del 2 luglio che dice: «la neve svizzera si è sciolta da mesi, gli agricoltori probabilmente avranno acqua per tutta l’estate poiché ci sta pensando Giove Pluvio, il Ministero ha ottenuto il rispetto delle regole, e i Parchi vedranno rispettato il programma di sperimentazione del Deflusso Minimo Vitale in atto, in quanto la regolazione delle acque del lago sarà effettuata mantenendo inalterate le portate del deflusso previste, eventualmente a scapito delle derivazioni di valle, come sempre è avvenuto negli anni trascorsi». In un altro articolo, sempre su Avvenire, la giornalista lomellina Simona Marchetti intervista il presidente della Cia Lombardia Giovanni Daghetta che ammette: «Quest’anno invece problemi di irrigazione non dovremmo averne – spiega – visto che le piogge sono costanti, e ormai siamo quasi a metà luglio. Le riserve ci sono, quindi rischi grossi non se ne corrono. Undici anni fa invece il problema del livello del Lago Maggiore e del fiume si pose, eccome: il tema da affrontare, che emerse anche allora con prepotenza, fu quello, e lo è ancora, del deflusso minimo vitale, che alla fine riguarda davvero solo la prima parte del Ticino». Tuttavia, secondo Daghetta invece della soglia estiva del Lago Maggiore a 1,5 metri sopra lo zero idrometrico, si dovrebbe ridiscutere il livello minimo di acqua da garantire all’affluente del Po durante tutto l’anno: «Ne beneficia alla fine solo il tratto iniziale – conferma – poi i prelievi per l’irrigazione riducono in ogni caso la portata». Anche Confagricoltura vuole rivedere questo dossier: «Se l’accordo del 1940 è datato, come appare, allora ci si metta intorno a un tavolo per discuterne e risolvere i problemi, in modo concreto – aggiunge Luciano Nieto, direttore di Confagricoltura Pavia – i parchi, i consorzi, il ministero cosa sono, se non un sistema pubblico che deve difendere la sua economia? Allora si faccia qualcosa sul serio, non basta parlarsi attraverso i giornali». La questione si pone anche sotto un altro aspetto: «Sono anni che prima in via informale e poi in via formale va avanti questa sperimentazione che consente di tenere il livello del lago più elevato – aggiunge Nieto – e nessuno ha mai protestato. Solo ora si fanno sentire: mi sembra però che alla fine sia solo la burocrazia che chiede il rispetto delle leggi per tutelare se stessa, e non guardi alla reale consistenza del problema».(07.07.14)

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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