Riso Italiano propone i contenuti completi della giornata di studio “La filiera del riso e le sfide della razionalità”. Quest’ultima è organizzata dalla Società Agraria di Lombardia lo scorso 14settembre. Tutti i temi caldi della risaia sono in questo articolo! SCARICA QUI LA Locandina-Convegno-Riso-14-settembre!
La giornata di studio su “La filiera del riso e le sfide della razionalità” è organizzata dalla Società Agraria di Lombardia. L’evento ha avuto il patrocinio dell’UNASA, del DISAA e dell’ESP dell’Università degli Studi di Milano. Si è aggiunta la collaborazione dell’Accademia dei Georgofili, il MuLSA, la FIDAF e il Servizio Vendita Risone CtR ha consentito una approfondita analisi del settore.
RisoItaliano è in grado di fornire ai risicoltori ed ai tecnici di proporre la sintesi e la registrazione di alcuni interventi della intensa giornata di lavoro. Partiamo con quelle della mattinata. I video delle relazioni sono reperibili qui: http://www.agrarialombardia.it/gallery/.
Di seguito una sintesi delle relazioni esposte al Convegno! Scarica qui la Locandina-Convegno-Riso-14-settembre
L’ANALISI SWOT DI BAROZZI RISICOLTURA
In apertura il presidente della Società Agraria di Lombardia, il risicoltore ed agronomo lomellino Flavio Barozzi. L’Agronomo non ha nascosto la sua emozione nel ripercorrere, nella stessa Aula Maggiore della Facoltà di Agraria, ma dopo molti anni e “…dall’altra parte del tavolo”, quanto trattato nella sua tesi di laurea dal titolo “La filiera agro-alimentare risicola italiana: aspetti normativi, strutturali e di mercato”. Il primo intervento ha fatto una sorta di analisi SWOT (Strengths, punti di forza, Weakness, punti di debolezza, Opportunities, opportunità e Threats, rischi) del settore.
Tra questi ultimi quelli legati alle incerte prospettive della disponibilità idrica (con velata “frecciatina” alle “incrostazioni operative” di qualche consorzio irriguo), ma soprattutto al “malinteso ambientalismo” di Bruxelles, che potrebbe limitare l’uso dei prodotti fitosanitari fino a rendere tecnicamente impossibile praticare una risicoltura di qualità. Per cogliere le opportunità legate all’incremento nella domanda di riso proveniente da “intensificazione sostenibile” Barozzi lancia la proposta di una certificazione di prodotto (e non di processo, come accade al “bio”, sempre al centro di scandali) che dovrebbe partire dalle organizzazioni dei produttori e non essere monopolio di riserie e grande distribuzione. LEGGI QUI LA RELAZIONE DI FLAVIO Barozzi – La filiera del riso e le sfide della integrazione e della intensificazione sostenibile.
STORIA DEL RISO RAZIONALE
Luigi Mariani, vicepresidente della Società Agraria e docente di Storia dell’Agricoltura a Milano e di Agronomia a Brescia, ha tracciato il profilo storico della pianta di Oryza sativa. L’affermazione del riso portò a una delle principali colture e dei principali alimenti per l’uomo.
DIECIMILA ANNI DI STORIA
Mariani ha descritto un percorso affascinante. E’ uno dei tanti “viaggi avventurosi delle piante coltivate”. L’espansione parte con gli Arabi dalla Sicilia, passa dal Centro Italia, ed arriva poi in Pianura Padana (documenti dell’Abbazia di Lucedio del XIII secolo e del 1475 da Cassolnovo, che provano la “storicità” della risicoltura tanto nel Vercellese quanto in Lomellina).
Non poteva mancare un cenno alla propensione del settore alla ricerca scientifica ed innovazione, con un ruolo da protagonista per Agostino Gallo e poi per Camillo Benso conte di Cavour. LEGGI LA RELAZIONE DI LUIGI Mariani 2023 Storia del riso.
FA PIU’ MALE LA GUERRA O IL GREEN DEAL?
La relazione di Dario Casati, professore emerito di Economia Agraria, già preside della Facoltà e prorettore dell’Università degli Studi di Milano, al convegno è stata trasmessa “da remoto”. Ciò nonostante non manca di suscitare grande interesse. Casati traccia un quadro generale delle gravi crisi mondiali: dalla emergenza sanitaria, a quella determinata dal conflitto russo-ucraino, fino all’attuale crisi da inflazione. Inflazione che comporta l’aumento dei tassi di interesse e forti tensioni sui mercati. green deal
IL RUOLO DEL CIBO GREEN DEAL
Tutte le crisi sottolineano l’importanza “strategica” della sicurezza alimentare, concetto forse dato troppo per scontato ed acquisito. In questo contesto il riso si conferma “cibo del mondo” e la filiera risicola italiana assume un ruolo centrale. Infatti, benchè la produzione nazionale rappresenti circa l’uno per mille di quella mondiale, l’Italia appare come uno dei principali “players” del commercio internazionale. Il motivo è la storica propensione all’esportazione che fa del riso uno dei pochissimi prodotti a saldo attivo della nostra bilancia agro-alimentare. Perciò il settore andrebbe difeso e sostenuto ma non “sovvenzionato” con politiche agrarie che da un lato sono “assistenzialistiche” e dall’altro burocraticamente “vessatorie”. Green deal
Casati non nasconde la preoccupazione per le politiche “green” dell’UE, che ritiene impraticabili e dannose anche per l’ambiente, e raccomanda di imparare a prevedere e prevenire le emergenze, anziché doverle affrontare senza disporre di strumenti razionali come troppo spesso accade. Scarica la relazione del Professor Casati Casati – Il riso cibo del mondo!
QUANTO E’ BELLO FARE IL LOBBISTA
Le relazioni della sessione storico-economica che hanno impegnato la mattinata del 14 settembre al convegno su “La filiera del riso e le sfide della razionalità”, organizzato dalla Società Agraria di Lombardia, sono completate da Roberto Magnaghi. Magnaghi è il direttore generale dell’Ente Nazionale Risi.
Quella di Magnaghi è una relazione abbastanza fuori dagli schemi. La relazione si è concentrata sul ruolo di “lobby”. Un ruolo che l’Ente Risi esercita in difesa dei legittimi interessi della filiera nel suo complesso, sia a livello di decisore politico europeo, sia a livello nazionale e regionale.
FARE LOBBY NON E’ UNA PAROLACCIA!
Fare “lobby” in maniera puntuale e trasparente non è “una parolaccia”. Ciò significa aiutare il decisore politico a conoscere meglio la realtà, cercare di evitare errori o di limitare i danni derivanti da decisioni spesso influenzate da scarsa competenza. Inoltre, bisogna arginare gli “influssi” di una opinione pubblica a sua volta disinformata. In questo Magnaghi rivendica il ruolo dell’Ente Risi come “punto di incontro” tra i vari attori di una filiera. Filiera che ha sempre saputo dimostrarsi compatta e coesa nei momenti cruciali.
LEGGI LA RELAZIONE DEL RELATORE Magnaghi
L’INDUSTRIA VUOLE RISO ITALIANO
Il segretario dell’AIRI (Associazione Italiana Industri Risiere) Pietro Milani ha esposto il parere degli industriali della trasformazione. Qui si conferma come secondo i “risieri” ci siano ulteriori spazi per l’incremento delle superfici coltivate in Italia.
L’EQUILIBRIO DELLA FILIERA INDUSTRIA
Si ribadisce l’auspicio che il trend crescente della domanda di riso sia soddisfatto utilizzando riso italiano. Milani ha sottolineato la centralità di un corretto rapporto import/export. L’obiettivo è mantenere l’equilibrio della filiera. Poi, ha pure messo in guardia contro le eccessive concessioni dell’UE alle importazioni in particolare di riso confezionato e contro le ulteriori agevolazioni che Bruxelles potrebbe accordare ad alcuni prodotti di provenienza extra-europea (a cominciare dal “Basmati”).
Video dell’intervento disponibile qui!
ASCIUTTA A LUGLIO CONTRO I METALLI PESANTI
Lo spinoso argomento è affrontato da Jacopo Bacenetti, docente presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Quella di Bacenetti era una delle relazioni più attese e non ha deluso le aspettative.
LA STIMA DELL’IMPATTO DEI METALLI
Bacenetti illiustra i criteri con cui vengono stimati gli impatti di ogni filiera produttiva dal campo alla tavola attraverso il Life Cycle Assesment (LCA). Qui si evidenziano le particolari criticità della coltura del riso legate essenzialmente alla emissione di gas climalteranti (metano in condizioni di sommersione, protossido di azoto, ancora più impattante, in caso di semina a file interrate), originati dalla decomposizione dei residui della coltura precedente.
Per limitare i rischi di emissione di metano e gestire meglio la problematica dei metalli pesanti è utile la tecnica della Mid Season Drainage (asciutta aggiuntiva a luglio). Va notato inoltre che gli impatti per unità di prodotto diminuisco all’aumentare delle rese. Pertanto, l’intensificazione sostenibile appare uno strumento utile per contenere la problematica. Scarica la BACENETTI_relazione_open
«OGGI IL BUON RISICOLTORE È FLESSIBILE»
Ad Aldo Ferrero è toccata una delle relazioni di maggiore valenza tecnica. Relazione Ferrero SCARICALA QUI!. La relazione di Francesco Vidotto, assente per problemi di lavoro è disponibile in allegato SCARICALA QUIRelazione Vidotto!.
INTENSIFICARE LA RISICOLTURA
Il docente torinese elenca le varie tecniche per impostare una intensificazione sostenibile della risicoltura. Qui si raccomanda soprattutto flessibilità nell’alternare semina in acqua ed a file interrate. A questi si aggiunge la rotazione dei meccanismi d’azione dei prodotti fitosanitari nella gestione integrata.
Ferrero ha evidenziato come gli interventi erbicidi effettuati fino ad inizio levata non lascino residui rilevabili nel riso. Pertanto, non esistono differenze nutrizionali e “sanitarie” tra riso “convenzionale” e “biologico” da questo punto di vista.
ATTENZIONE ALLA CONSERVAZIONE IN MAGAZZINO!
Al contrario il risicoltore presti attenzione ai trattamenti fungicidi, soprattutto ai trattamenti in magazzino. Infatti, questi ultimi possono lasciare residui sul riso (Ferrero ha ricordato come anche in alcune partite di riso “bio” siano stati riscontrati residui di prodotti “naturali” utilizzati in magazzino). Non è mancata una severa critica alla strategia Farm to Fork dell’UE, che secondo le analisi di molti centri di ricerca rischi di produrre gravi effetti negativi sulla produzione e l’economia senza benefici per l’ambiente. Scarica la Relazione Ferrero (1) e la Relazione Vidotto.
«VALORIZZARE LA FERTILITA’»
Marco Romani, responsabile della ricerca agronomica dell’Ente Nazionale Risi, ha illustrato tutti i lavori ed i campi di ricerca in cui è impegnato il pool di studiosi e tecnici di Castel d’Agogna. fertilità.
Anche per Romani la ricerca deve puntare senza pregiudizi ad una intensificazione sostenibile della coltivazione. Quest’ultima deve valorizzare la fertilità dei suoli. La gestione integrata della concimazione, quella della protezione fitosanitaria e della risorsa idrica (anche ai fini del contenimento del problema metalli pesanti) risultano altrettanti aspetti “strategici”. L’obiettivo deve essere continuare a fare risicoltura di qualità.
I progetti in corso sono molti. Si pensi a RISOSOST, primo classificato nella graduatoria dell’ultimo PSR Lombardia mis.16. Si tratta di progetti che si collocano nell’ambito della tradizionale collaborazione tra Ente Risi ed Università
Degna di nota la “standing ovation” per Tommaso Maggiore, chairman della sessione, e commosso ricordo di Dario Sacco prematuramente scomparso). Scarica la Relazione Romani
RISICOLTURA SEMPRE PIU’ PRECISA
L’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso, membro dell’Accademia di Agricoltura di Torino e dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, è in qualche modo la “memoria storica” della risicoltura di precisione.
La sua relazione ha ripercorso le tappe di tecniche che sono al tempo stesso innovative e tradizionali. Si pensi alla propensione dei risicoltori alle innovazioni tecnologiche: molti strumenti della “precision farming” -a partire dai sistemi di guida satellitare ed assistita- sono ormai di uso comune da anni), ma che ancora si prestano ad interessanti evoluzioni (ad esempio per l’applicazione sitospecifica dei prodotti fitosanitari).
Per avere risultati apprezzabili è comunque fondamentale avvalersi di consulenti qualificati e non inseguire i “gadget” e le mode. Scarica la Relazione Sarasso.
QUEI GENI CHE RESISTONO AL BRUSONE
Patrizia Vaccino, responsabile del Centro CREA-CI di Vercelli (la ex Stazione Sperimentale di Risicoltura) ha spiegato le linee guida su cui si basa il miglioramento genetico.
Il genoma del riso è mappato da tempo (con un determinante contributo della ricerca italiana). Ciò consente di ipotizzare interventi di miglioramento genetico mirati. L’introduzione di caratteri di resistenza al “brusone” appare da questo punto di vista un obiettivo fondamentale, sia per la nota sensibilità alla malattia delle tradizionali varietà italiane “da risotto”, sia per ridurre il ricorso all’uso di fungicidi. brusone
Le piante mgiliorate avranno la possibilità di ottenere un prodotto finale senza residui di agrofarmaci. Scarica la Relazione Vaccino.
OPPORTUNITÀ TEA
Che le si voglia chiamare Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) o New Breeding Tecniques, oppure Nuove BioTecnologie (NBT), questa è la nuova frontiera della ricerca genetica applicata. Vittoria Brambilla dell’Università degli Studi di Milano lo ha spiegato con la consueta passione e con proverbiale chiarezza.
NON SI INTRODUCONO GENI ESTERNI CON LA TEA
Con questi strumenti i ricercatori possono fare miglioramento genetico mirato per conferire resistenza alle malattie o ad altre avversità (dalla siccità ai nematodi, ecc.) o per aumentare le performance della pianta in rapporto all’ambiente in cui si trova. Non si tratta di introdurre caratteri genetici esterni (come nei cosiddetti OGM). La tecnica “corregge” in modo selettivo, preciso e mirato singoli segmenti di DNA. Questi ultimi codificano per i caratteri desiderati, riducendo drasticamente i tempi (può bastare una sola generazione anziché le 8-10 del breeding tradizionale). Inoltre, si aggiunge la riduzione dei rischi di avere caratteri inattesi ed indesiderati che si presentano con il tradizionale incrocio per via sessuale. Purtroppo le nuove biotecnologie scontano ancora le diffidenze di una opinione pubblica disinformata e di decisori politici non sempre preparati. Le ultime decisioni a livello comunitario, regionale e nazionale aprono tuttavia qualche spiraglio di speranza. Scarica laRelazione Brambilla (1)
UNA NUOVA VARIETÀ RESISTENTE AL BRUSONE
A Massimo Bertone della Bertone Sementi e Gabriele Orasen dell’Università di Milano è toccato illustrare il percorso di ricerca comune sul brusone. Si tratta di un percorso realizzato sotto gli auspici di Aldo Ferrero e Francesco Salamini. A questi si aggiunge la collaborazione di un “pool” tecnico-scientifico molto articolato, per ottenere varietà di riso geneticamente resistenti alle malattie fungine, quindi esenti da trattamenti fungicidi ed idonee a realizzare produzioni a “residuo zero”.
Gli incoraggianti risultati porteranno alla prossima immissione sul mercato della nuova varietà LASJKK20. Scarica la Relazione Bertone-Orasen
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