Seconda parte della cronaca del convegno di giovedì al Castello di Novara (leggi la prima), dov’è stato presentato il regolamento di Aies (Est Sesia) per l’applicazione dell’art.60 dello statuto in emergenza.
Si è molto discusso di questo regolamento, anche per mancanza di comprensione. Io stesso ho intervistato di recente diversi agricoltori, che hanno esposto posizioni a favore o contro con le motivazioni più varie. La materia è complessa. Basti pensare che i canali che irrigano l’areale sotteso ad Est Sesia non sono tutti di sua stretta competenza. Esistono fontane proprie delle cascine e piccoli “sotto consorzi” tra agricoltori, derivati dal consorzio o che raccolgono colature e risorgive prima di riconsegnare la risorsa, ma esistono anche diverse forniture tramite Aies stessa, come i tenimenti isolati o le camere dove il consorzio irriguo fornisce l’acqua direttamente. Questo vale, inoltre, solo per la gestione agricola, a cui si affianca l’attività energetica.
«REGOLAMENTO FIGLIO DI UN’ANNATA DOLOROSA PER TUTTI»
In un contesto così articolato l’ingegner Andrea Girondini, capo settore tecnico gestionale, e Franco Bullano, capo UC idrometria e catasto, hanno presentato nel corso del convegno novarese il dibattuto testo. Questo documento oggi non è solo approvato dall’assemblea dell’associazione ma condiviso anche con le istituzioni territoriali. «Il regolamento nasce da un’annata, quella appena trascorsa, complessa e dolorosa da affrontare, lavorativamente ed umanamente – afferma Girondini -. Abbiamo vissuto insieme agli agricoltori la perdita del raccolto, attraverso confronti tra noi e con loro che qualche anno fa sarebbero sembrate surreali. Tutto questo ci ha spinto a lavorare per ripartire nel modo più equo ed ottimizzato possibile il beneficio. Voglio sottolineare come anche in Piemonte nella scorsa campagna si sono registrate importanti perdite di raccolto nei territori in coda del novarese. Non è banale che il regolamento non sia stato compreso da subito ed è importante spiegarlo bene a tutti gli interessati».
«L’anno scorso abbiamo analizzato il sistema cercando di capire quali blocchi di canali potessero essere fatti per suddividere il territorio in modo che questi fossero omogenei e possibili da turnare. Il regolamento entra in gioco con carenza del 65% (dichiarazione di emergenza) e si ridefinisce progressivamente quando la disponibilità si riduce di un 5% ulteriore (-70% emergenza assoluta T1, -75% emergenza assoluta T2). Quando noi affermiamo che il 10% va agli imbocchi, a cui poi vera aggiunta la portata in turnazione, ed il 20% alle code, dobbiamo considerare che quest’ultima parte è tutta l’acqua che avranno quei territori».
LA DEFINIZIONE DI CODA
Vi riportiamo di seguito la definizione di coda aggiornata proposta nel nuovo regolamento, per chiarire ulteriormente questo punto proposto da Girondini. “Code: il punto di inizio del tratto di canale definito “coda” è costituito dall’ultimo punto di consegna della Zona Statutaria di monte verso quella di valle escluse le perdite. Nello specifico sono da considerare code:
- per la roggia Biraga: indicativamente – fatta salva diversa valutazione da parte della Zona Robbio – dalla bocca del distretto cavo Boschi in comune di Granozzo con
Monticello, verso valle; - per la roggia Busca: indicativamente – fatta salva diversa valutazione da parte della
Zona Robbio – dallo scaricatore Molinetto verso valle; - per il diramatore Quintino Sella le code sono costituite dai subdiramatori Mortara e
Pavia, quindi dal partitore di Sant’Anna in comune di Cilavegna verso valle; - per il diramatore Vigevano: dal sifone della roggia Mora in comune di Cassolnovo
verso valle.
Per quanto riguarda le portate interessanti le code e cui si fa riferimento nel documento, queste sono da intendersi come relative alla somma delle richieste d’acqua dall’ultimo punto di consegna della Zona Statutaria di monte verso quella di valle, salvo le perdite del canale”.
«REGOLAMENTO NECESSARIO MA ELASTICO E PERFETTIBILE»
«Abbiamo definito – continua l’ingegnere – che arrivati ad una carenza oltre l’80% non sarà più attuabile una suddivisione equa della risorsa. In quel momento lavoreremo per salvare quanto più raccolto possibile nella prossimità degli imbocchi. Ritengo sia inimmaginabile pensare che con questo tipo di scenario si possa trasportare l’acqua fino in Lombardia dal Canale Cavour. Nelle fasi precedenti, però, non possiamo dare per perse le code quando con una gestione ben ragionata è possibile portare avanti più raccolto. A differenza di quanto fatto l’anno scorso quando ci siamo trovati impreparati. Certo fino ad allora mai avremmo pensato che fosse necessario uno studio del genere, oggi resosi tale».
«L’elasticità d’applicazione da una fase ad un altra, essendo ridotto lo scenario del 5% stabilito, è elevata. Se notiamo che giunge una portata utilizzabile al meglio in un areale rispetto che in un altro punteremo sempre all’ottimizzazione della risorsa. Non andremo mai a forzare la gestione causando perdite solo per applicare in maniera precisa il testo. Questo regolamento potrà anche essere perfezionato in futuro, si tratta di un documento totalmente dinamico oggi alla sua prima versione ufficiale».
«SERVE MAGGIORE COOPERAZIONE E DIALOGO CON L’IDROELETTRICO»
«Abbiamo agito anche per migliorare la comunicazione verso le utenze. Nelle prossime settimane cominceremo a testare una parte di messaggistica verso gli agricoltori. Questi potranno essere così più aggiornati e riusciranno ad organizzarsi al meglio. Si tratta di qualcosa di dovuto visti gli strumenti di comunicazione oggi disponibili».
«Un nodo importante, per il quale chiediamo anche l’appoggio delle istituzioni, sono le interferenze delle centrali idroelettriche. Sappiamo l’influenza che queste anno sui livelli nei canali, elemento che noi vogliamo mantenere quanto più costante possibile. Alcune di queste centrali sono di nostra gestione ma molte no. Questo fa si che le nostre portate varino in modo repentino senza che noi ne siamo preparati, scoprendolo solo dopo che ciò avviene. Ciò crea un disordine nella gestione, che potrebbe essere mitigato da una maggiore cooperazione e dialogo tra le parti. La natura delle centrale idroelettrica è quella di interferire con i livelli ma noi dobbiamo mantenere stabile il livello nei canali».
IL REGOLATORE SPIEGA IL REGOLAMENTO
Franco Bullano, il regolatore del regolamento, prende quindi la parola per presentarlo nel dettaglio. L’esperto esordisce fornendo i dati “live” sui canali Cavour e Regina Elena, che afferma di comunicare giornalmente ai molti agricoltori con i quali è in costante contatto telefonico. Dall’alto di una grande conoscenza pratica del territorio del consorzio, Bullano entra nel merito della questione. Il regolatore analizza nel dettaglio le fasi del regolamento aggiornato: «Partiamo dalla definizione dell’area del consorzio. Nella cartina si evidenzia in blu il territorio piemontese, in verde quello lombardo e in viola un areale promiscuo che non entra in turnazione».
«A questo punto andiamo a definire l’ubicazione di imbocchi e code degli 8 gruppi che turneranno 2 per volta nel T1 (disponibilità -70%) e 4 per volta nel T2 (disponibilità -75%). Tali turni non hanno tutti lo stesso numero di giorni assegnati in quanto vi sono delle differenze tra le superfici da servire per questo abbiamo dovuto adattare le tempistiche alle esigenze di ciascun gruppo, come proposto in tabella».
«Ribadisco quindi le fasi del regolamento, menzionate in precedenza dai colleghi, definendo nella seguente tabella anche i range di portata disponibile che ognuna di esse identifica».
DICHIARAZIONE DI EMERGENZA
«Nella prima fase, definita d’emergenza (-65% acqua disponibile), consideriamo un esempio di 45 m^3/s erogabili: di questi 22 vanno agli imbocchi e 13 alle code, suddivisi come proposto in cartina. Abbiamo scelto di lasciare circa 6,5-12 m^3/s, nel nostro esempio 10 m^3/s, a disposizione del regolatore in quanto nella scorsa campagna ho capito tramite l’esperienza che se avessi potuto gestire in modo rapido e flessibile una tale portata avrei potuto salvare più raccolto, ad esempio nelle zone maggiormente sofferenti del novarese, senza ledere gravemente le parti alte».
DICHIARAZIONI DI EMERGENZA ASSOLUTA – T1 E T2
«Nella dichiarazione di emergenza assoluta, disponibilità ridotta di oltre il 70%, inizia la turnazione in fase uno, T1. Nel definirla il mio primo pensiero è stata la messa a terra di questa gestione, fondamentale per la sua credibilità e nei confronti degli agricoltori. Il 10% agli imbocchi ricordo essere utile a tenere gli invasi in modo che la recezione del turno sia immediata, mentre alle code viene assegnato quel 20% costante, utile anche qui per mantenere anche i livelli a monte oltre cha ad irrigare tutto il territorio sottostante».
«Negli esempi proposti è importante notare come tutte le portate destinate ai turni siano, seppur di poco inferiori, simili alla portata di competenza in assenza di siccità. Questa scelta è dovuta al fatto che questi canali in alcuni punti hanno larghezze importanti, che necessitano di portate altrettanto importanti per permettere ai battenti di raggiungere il livello utile a consentire la derivazione a tutti i barraggi. Anche in questo caso ho evidenziato le portate presenti ad imbocchi e code anche nelle cartine».
«Si passa quindi alla dichiarazione di emergenza assoluta T2, con disponibilità ridotta del 75%, dove turneranno 4 gruppi ogni 7 giorni. In questo caso saranno spente sia le code che il 10% a tutti gli imbocchi e si procederà unicamente con l’irrigazione dei 4 gruppi in turnazione. Anche qui si nota come le portate fornite siano inferiori ma simili a quelle utilizzate in un contesto normale, sempre per poter attuare nel pratico l’irrigazione».
SITUAZIONE DI CRISI
«Quando poi arriveremo all’80% di riduzione avremo 30 m^3/s disponibili, o meno. Tale portata suddivisa sui 90.000 ha che gestiamo significa che abbiamo 0,28 l/s per ha. Questa fornitura è impensabile che si possa trasportare dal Cavour fino a Pavia, provare a farlo significherebbe perdere la risorsa. Per questo lavoreremo per ottimizzare al meglio il suo utilizzo nei territori maggiormente vicini agli imbocchi per salvare più raccolti possibili. In conclusione voglio ringraziare il presidente Cirio per la fiducia».
L’Assessore Marnati, nel ruolo di moderatore del convegno novarese, chiude quindi l’incontro affermando: «Il prossimo step è la costituzione della cabina di regia con gli assessori delle regioni Piemonte e Lombardia, Est Sesia ed Arpa. In seguito cercheremo un maggiore dialogo con tutte le aziende idroelettriche, comprese quelle della Valle d’Aosta, per cercare di rendere maggiormente cooperativa la gestione». Autore: Ezio Bosso
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