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SICCITA’ STAZIONARIA

clima

Alcuni deboli segnali hanno consentito di non peggiorare il quadro complessivo rispetto allo scorso anno. (Avviso importante)
Lo scenario appare con evidenti criticità rispetto a tutti gli indicatori. Le criticità però appaiono leggermente meno marcate dello scorso anno. Tuttavia, la tendenza complessiva si pone nella parte inferiore dei minimi degli ultimi 16 anni con la sola eccezione del 2022.

L’avanzare della stagione, con l’inevitabile incremento delle temperature, rende sempre più improbabile un aumento del manto nevoso. Nelle quattro stazioni considerate il manto nevoso è mediamente più consistente di circa 20 cm rispetto allo scorso anno a pari data.

Pur se in aumento rispetto allo scorso anno, si sta assistendo al secondo accumulo nevoso più basso degli ultimi 16 anni. Particolarmente critica, secondo i dati dell’Autorità di Bacino aggiornati al 9 marzo, è la situazione nel Piemonte settentrionale (Monte Rosa/Sesia). Invece, su altri areali la situazione è meno complessa pur se ovunque al di sotto della media storica.

DALLA NEVE AI LAGHI

Il grafico redatto dall’ADBPo, rappresenta l’accumulo nevoso tradotto in milioni di m3 di acqua equivalente sull’intero areale alpino e appenninico del bacino del Po. Diventano sempre più fondamentali le piogge primaverili tipiche di aprile e maggio (quegli eventi che sono mancati lo scorso anno) per riportare a livelli idrometrici significativi il lago Maggiore. Quest’ultimo, in ogni caso, grazie ad una gestione molto conservativa dei deflussi è il grande lago alpino che soffre meno con un riempimento al 45 %. Il lago di Como è al 23 % e il lago di Garda è al 39 %.

Sia il lago Maggiore, sia il lago di Como, avendo un imponente bacino tributante, hanno velocità di riempimento, in caso di piogge significative, rapide e quantificabili in pochi giorni, a differenza, ad esempio del lago di Garda che ha, per conformazione di bacino tributante, afflussi minori e quindi velocità di riempimento estremamente lunga a fronte soprattutto dell’imponente volume invasato.

Il lago Maggiore, nonostante una virtuosa gestione conservativa dei deflussi che da oltre due mesi sono estremamente ridotti, si è stabilizzato nell’intorno dei 30 senza avere più segni di crescita significativa. La falda prosegue nella fisiologica fase di scarico e tra poche settimane raggiungerà il minimo annuale con un andamento molto simile, anche se leggermente meno depresso, allo scorso anno.

RISERVE NEVOSE

L’analisi delle riserve nevose, dal punto di vista statistico, si concentra sulla porzione di Alpi Pennine, nell’intorno del Monte Rosa. E’ un dato quanto mai significativo per le riserve utili alla frazione occidentale di pianura irrigua lombarda pur trattandosi di accumuli piemontesi. Si ricorda una volta ancora come questo dimostra la necessità di una gestione sempre più a livello di bacino e sovra regionale delle risorse irrigue.

Lo stato attuale delle riserve è riportato nel seguente grafico che evidenzia il ridotto accumulo nevoso e come la tendenza dell’accumulo medio sia in costante calo negli anni.

 

LAGO MAGGIORE

Il lago Maggiore presenta, ad oggi, un’altezza di circa 33 cm sullo zero idrometrico di Sesto Calende. Prosegue la risalita del livello idrometrico ottenuta con la pesante riduzione delle portate in uscita. Purtroppo si conferma anche negli ultimi 15 giorni la tendenza che vede da oltre un mese l’estrema esiguità degli afflussi. Si determina così un drastico rallentamento dell’incremento del livello idrometrico.

Lo scioglimento delle pur esigue riserve nevose non hanno portato ad un incremento significativo degli afflussi. Se è pur vero che in parte si sono incrementati ulteriormente i volumi trattenuti nei serbatoi idroelettrici, è altrettanto preoccupante come si sia in presenza di afflussi straordinariamente esigui in tutta la stagione invernale. Il fenomeno è conseguenza anche della perdurante assenza di precipitazioni significative che ha determinano una diffusa aridità anche sui suoli alpini.

Negli ultimi 14 giorni c’è un aumento del livello idrometrico di appena 4 cm in linea con i 3 cm delle due settimane precedenti. E’ un dato oggettivamente sempre più allarmante, anche in considerazione della gestione estremamente conservativa dei deflussi già più volte richiamata.

ANDAMENTO DI FALDA

La falda sta proseguendo nel fisiologico fenomeno di scarico. Si conferma quanto già analizzato e comunicato nelle scorse settimane anche se tende a scomparire la tendenza di un rallentamento rispetto alla scorsa stagione invernale nella discesa del livello nella stazione di misura di Sartirana. Qui la curva di discesa è simile allo scorso anno.

Il livello di falda si sta avvicinando ai valori riscontrati nel 2022 a pari data. Qui si mantiene ancora un saldo positivo di qualche centimetro probabilmente per effetto della distribuzione temporale delle scarse piogge invernali che, in assenza di fenomeni intensi, determinano una dinamica di percolazione più accentuata rispetto alla precedente stagione invernale.

Con riferimento poi alla stazione di misura di Sartirana Lomellina si riporta anche l’andamento pluviometrico delle ultime 3 stagioni autunno invernali. Qui si vede come l’accumulo di pioggia autunnale sia in ulteriore leggera riduzione rispetto alla scorsa stagione. Tuttavia, ad attenuare gli effetti di questo calo, contribuisce una diversa distribuzione delle piogge, più omogenea in tutto il periodo, con la totale assenza, ad oggi, di fenomeni intensi.

La cumulata delle piogge invernali evidenzia come si sia in presenza, anche in pianura, di un fenomeno siccitoso senza precedenti per durata ed intensità che non ha avuto interruzioni dal dicembre 2021.

SCALA DI ALLARME

Si conferma la situazione riscontrata nella precedente analisi. La situazione è da attenzionare in quanto tutti gli indicatori, come già riportato, sono purtroppo coerenti con lo scenario riscontrato lo scorso anno a pari data.
In assenza di eventi nelle prossime settimane è purtroppo ragionevole ipotizzare un ulteriore peggioramento di scenario. L’indicatore di allerta elaborato da Confagricoltura Pavia risulta, per altro, coerente con quanto indicato dall’Autorità di Bacino per il Po.

Per questo l’indicatore numerico è ipotizzato, stante le attuali condizioni complessive, è confermato a 13 su scala 15. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia.

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