Mercato al ribasso nelle sedute della scorsa settimana, molte variazioni negative e domanda che rimane disinteressata all’acquisto nonostante i cali (leggi la nostra analisi).
«VENERDÌ LE RISERIE NON COMPRAVANO»
I risicoltori, al contrario, aumentano l’offerta, spaventati dalla possibilità di non ottenere più quanto proposto dal mercato negli ultimi mesi. Il rischio di questo atteggiamento sappiamo essere di portare i listini ancora più in basso. Analizziamo le impressioni attuali dei produttori insieme a Carlo Vandone, risicoltore di Candia Lomellina (PV), che afferma: «Venerdì a Mortara le riserie non comprovano merce di nessun gruppo varietale. Un comportamento molto preoccupante per noi risicoltori, che sembra affermare che il periodo dei ribassi è solamente all’inizio. Rischiamo di vedere i listini calare di seduta in seduta nelle prossime settimane, in quanto l’industria ha reso chiaro che a questi prezzi la lavorazione non è sostenibile, dovendo rientrare nei costi senza vendere a prezzi fuori dal mercato».
«MI ASPETTO CHE I CALI CONTINUINO»
«Anche i valori attuali non sembrano soddisfare il compratore. Per questo mi aspetto ulteriori cali. In un momento così offrire merce in modo massiccio rischia sicuramente di portare i listini a ribassi ancora maggiori. Capisco, tuttavia, i miei colleghi che cedono alla tentazione. Ritengo, infatti, sia lecito cercare di ottimizzare i guadagni in un momento dove è chiaro sarà difficilissimo ritornare alle valutazioni viste a dicembre. Questo almeno fino ad aprile/maggio, quando è consuetudine che il mercato si ravvivi un po’. Nel prossimo futuro, inoltre, preservare la merce non credo basterà ad arginare il calo delle quotazioni, che abbiamo visto capaci di scendere anche quando gli scambi sono minimi come nelle scorse sedute. L’unico gruppo merceologico per cui nutro ancora lievi speranze di tenuta sono i risi da interno. Qui le disponibilità sono ridotte e non esiste un sostituto estero».
«Va considerato – continua Vandone – che i prezzi massimi visti in questa campagna sono stati raggiunti in modo rapido e sorprendente in circa un mese tra metà ottobre e metà novembre. Nessuno si aspettava valori così elevati e renderli assorbibili al consumo, sia interno, sia estero, per l’industria era chiaro che fosse molto difficile. Basti pensare che, al netto di crescite dei costi e del calo produttivo nella mia azienda causato dalla siccità, il mio bilancio economico risultava pressoché in linea con gli anni passati ai prezzi raggiunti. Vedremo a fine anno se questo sarà ancora valido».
«LE RISERIE SIANO MENO “SCHIZZINOSE”»
«Oggi le quotazioni sono ancora remunerative. Mi auguro che il ribasso non sia così importante da non renderle tali. Le riserie, chiaramente, cercano di pagare il risone il meno possibile, appellandosi a qualsiasi cosa possa permetterglielo. In questo senso trovo davvero fastidioso vedere quanto siano influenti le analisi sui metalli pesanti. Questi nel risone sono molto più facili da rilevare rispetto al riso lavorato e, se le riserie riscontrano valori elevati in una partita comprata in Italia, diminuiscono la retribuzione immediatamente. Le partite di provenienza estera che arrivano via nave già lavorate, al contrario, presentano residui di metalli pesanti e non solo molto più elevati del riso italiano (avendo legislazioni differenti). Ciò nonostante l’industria in quel caso non è così schizzinosa». Autore: Ezio Bosso.
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