I listini, come avvenuto nelle scorse sedute (leggi), rimangono immobili, in quella che si può considerare la prima vera settimana di mercato del 2023.
DOMANDA E OFFERTA RIFLETTONO
Le presenze nelle varie sedi tra lunedì e martedì sono tornate ad avvicinarsi alla consuetudine ed è tiepidamente aumentato il numero di scambi all’interno delle borse. Tale crescita, però, non è bastata ad evitare la dicitura nominale sui listini piemontesi. Ciò è sintomo di un mercato ancora riflessivo, con entrambe le parti ancora restie alla compravendita. La domanda sembra essere ancora attendista e fatica ad offrire i massimi a listino. L’offerta non è per nulla convinta dai prezzi attuali. Come abbiamo appreso nelle nostre interviste (leggi), i risicoltori, soprattutto quelli maggiormente colpiti dalla siccità, confidano in ulteriori rincari di alcune voci, alla luce dei forti cali produttivi e dell’aumento dei costi. I produttori, inoltre, sono dubbiosi riguardo ai dati sulle disponibilità pubblicati da Ente Nazionale Risi e non vogliono cedere alla attuale tendenza ribassista, formatasi proprio in seguito a quella informazione.
LUNGHI B I PIÙ SCAMBIATI
Come nelle sedute precedenti, i comparti ad essere più vicini ad un passo indietro a listino sembrano essere tondi e lunghi A generici. Varietà come Luna CL e Ronaldo sono scambiate spesso a 75 €/q lordi, contro gli 80 €/q lordi a bollettino. Per i tondi, Centauro unico richiesto a 75 €/q lordi, con Omega e Sole a 70 €/q lordi, Terra a 65 €/q lordi. Selenio rimane stabile a 80 €/q lordi, come proposto dai documenti ufficiali.
Tiene bene il mercato dei superfini, tutti scambiati ai massimi a listino se la partita rispetta i parametri richiesti. Unica eccezione pare essere il gruppo Carnaroli, i cui similari sono quasi impossibili da piazzare ai 130 €/q lordi a bollettino. Infine, il gruppo merceologico più scambiato sembrano essere i lunghi B in questo momento, sempre a 50 €/q lordi. Per questo gruppo però pare difficile che il prezzo possa crescere, come sempre frenato dalle dinamiche di commercio internazionale.
COSA SUGGERISCONO I NUMERI ENTE RISI
Anche i già citati dati Ente Risi, aggiornati al 3 gennaio quando i scriviamo, propongono uno scenario in cui vedere apprezzamenti sembra difficile per questo comparto e non solo. L’offerta, infatti, si presenta come molto eccedente in diverse voci. Ad esempio, per i lunghi B viene proposta una disponibilità trasferibile a pari data di ben 50 mila tonnellate in più rispetto alla media dei due anni precedenti. La situazione è simile se non peggiore per i tondi, per i quali oggi disponiamo di 255 mila tonnellate di risone presso i produttori. L’anno scorso ad oggi eravamo a 194 mila, tre anni fa a 216 mila, anche in questo caso una forbice molto importante. Solo due anni fa (campagna 2020-2021), con 293 mila tonnellate di tondo nei magazzini dei risicoltori, avevamo una situazione di maggiore offerta. L’effetto sul prezzo fu che tutti i tondi divennero i risoni meno pagati sul mercato. Solo Selenio si dimostrò capace di superare in alcune rare sedute i lunghi B. Unica disponibilità molto deficitaria ad oggi rispetto alle scorse campagne, secondo i dati sui trasferimenti, è quella dei lunghi A: -144mila tonnellate rispetto alla media dei tre anni precedenti. Autore: Ezio Bosso.
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