I temi di attualità sono noti: una continua tendenza al rialzo dei listini, maggiore per i lunghi A, e la novità dell’annullamento definitivo dei dazi (guarda la dichiarazione in merito di Carrà, presidente Ente Risi).
LE DIFFICOLTÀ DELLA CAMPAGNA TRASCORSA
Affrontiamo questi argomenti con il dottore agronomo Costanza Michelini (foto grande), risicoltrice a Costanzana (VC), che spiega: «È stata una campagna molto difficile in primo luogo per l’aspetto agronomico, scaturita dalla siccità e dalla temperatura precocemente troppo alta. Questo ha avuto effetti sulla produttività sia dal punto di vista della quantità, sia della qualità. Le produzioni sono state incostanti e spesso accompagnate da una resa alla lavorazione bassa. Molto hanno influito le caratteristiche varietali che hanno caratterizzato molto lo sviluppo della pannocchia, sia in fase di fioritura, sia in fase di maturazione. Alcuni risi, infatti, hanno giovato delle alte temperature, chiaramente laddove c’è stata disponibilità dell’acqua, mentre altri hanno reagito male al clima anomalo».
«Ad agire negativamente sulla produzione, inoltre, sono state le infestanti, sempre più difficili da controllare, soprattutto nei risi convenzionali. Qui trovare la ricetta giusta per contenerle sembra ormai impossibile. In questa campagna, inoltre, è stato controproducente asciugare la camera, onde evitare l’impossibilità successiva a risommergerla. Non farlo ha influito negativamente sull’efficacia dei prodotti fitosanitari. Quest’anno anno non era scontato salvare il raccolto».
«MI AUGURO CHE I CONSUMATORI NON ABBANDONINO IL NOSTRO RISO»
«In secondo luogo in questa campagna sono spiccate problematiche già presenti da anni, come il prezzo basso ora in aumento a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. I prezzi attuali quindi sembra possano coprire i costi di produzione, seppur molto cresciuti nell’ultima campagna, anche se generalizzare su questo tema ritengo non sia corretto».
«La volatilità, infatti, è stata importante nelle voci di costo, come concime e gasolio, per questo alcuni hanno speso più di altri. La prudenza e l’attenzione è stata indispensabile. Siamo contenti in ogni caso che i prezzi siano alti, anche se esiste il timore che i consumi si contraggano troppo ai prezzi attuali. La possibilità che i compratori virino su altri prodotti sostitutivi c’è e questo potrebbe creare un danno al settore anche in futuro, essendo sempre complesso riconquistare il mercato perso. Risulta dunque complesso capire cosa sia meglio augurarsi che accada, l’ideale sarebbe quantomeno averne un’idea così da poter fare scelte più consapevoli».
«L’ANNULLAMENTO DEI DAZI NON MI PREOCCUPA»
«Riguardo al recente annullamento dei dazi, non sono molto preoccupata – conclude Michelini -. Ritengo che anche nel periodo in cui essi erano in vigore abbiano influito in modo contenuto, essendo sempre possibile importare riso non lavorato a dazio zero da quei paesi, che in ogni caso non sono gli unici esportatori a basso costo a livello globale. Il prezzo dei lunghi B, infatti, non è mai stato pari agli altri gruppi merceologici, né in questa campagna né in quelle precedenti, ed il maggior divario attuale a listino pare più imputabile ad una maggiore disponibilità sul mercato, sia internamente che esternamente». Autore: Ezio Bosso.
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