Poche novità sul fronte dei listini, a parte una leggera contrazione della domanda, come vi abbiamo raccontato ieri (leggi). Abbiamo deciso quindi di analizzare un tema che negli ultimi tempi si è manifestato con ancor maggiore forza di quanto non abbia fatto in passato nell’andamento dei prezzi: la volatilità.
PREZZI ESTREMAMENTE VOLATILI
I bollettini nella scorsa ed in questa campagna hanno mostrato più volte variazioni di 5 €/q o addirittura 10 €/q nell’arco di una sola settimana. Nel medio periodo abbiamo visto Selenio passare da 50 €/q lordi al 15 ottobre 2021 a 100 €/q al 1 giugno 2022 per poi tornare a 65 €/q all’inizio di questa campagna di vendita, quindi in neanche un anno. Questa varietà è sicuramente l’esempio più lampante ma anche i lunghi A da interno hanno subito forti oscillazioni. Oscillazioni che hanno portato ai massimi attuali, così come gli altri tondi, che hanno seguito la falsa riga di Selenio. Organizzare una previsione di bilancio aziendale in un contesto come questo risulta praticamente impossibili per i risicoltori. Certo, la nostra categoria non è mai stata molto avvezza ad analisi economiche di questo tipo ma si tratta di ragionamenti sempre più diffusi tra giovani agricoltori e imprenditori esterni che scelgono di gestire l’azienda in conto terzi.
È POSSIBILE ORGANIZZARSI DIVERSAMENTE
Come detto, però, per rendere la propria azienda capace di inserirsi in questa impostazione è impossibile affidarsi unicamente alla vendita sul mercato ma esistono altre strade più adatte. Ne è un esempio l’organizzazione di Giovanni Nipoti, gestore in conto terzi dell’azienda agricola S. Maria dei Cieli a Mede e Lomello (PV) che ci racconta la sua esperienza: «In seguito alla riscoperta del riso Lomello (leggi l’articolo dedicato) abbiamo destinato parte della nostra produzione a questo riso che commercializziamo direttamente, smarcandoci del mercato all’ingrosso. La restante parte dell’azienda l’abbiamo destinata a produzioni per le quali sottoscriviamo dei contratti di filiera prima della semina. Così facendo riusciamo a prevedere, seppur con le variabili legate alla produzione, quali potranno essere le nostre entrate».
GESTIONE DEL RISCHIO
«Chiaramente alcune volte si vince ed altre si perde dal punto di vista del prezzo pattuito – sottolinea il risicoltore lomellino – ma riteniamo che questa impostazione ci conferisca diversi vantaggi. Poter prevedere le proprie entrate, in termini di tempo e quantità, permette di organizzare meglio gli investimenti da fare nel breve ma anche nel lungo periodo, rendendoli meno rischiosi e maggiormente gestibili anche in caso di cambiamento nei loro prezzi. I nostri acquirenti, inoltre, sono flessibili riguardo alle quantità pattuite, consci che in natura nulla è prevedibile».
«Ne abbiamo avuto un’importante prova in questa campagna – prosegue Nipoti – dove la siccità ci ha colpito in modo severo. I nostri compratori non hanno minimamente creato problematiche riguardo alla quantità che gli abbiamo comunicato di aver raccolto, decisamente inferiore a quanto pattuito. Erano inizialmente preoccupati per la qualità del riso, dubbi svaniti una volta verificato che questa non era stata minimamente intaccata». Autore: Ezio Bosso.
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