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ECCO PERCHE’ NON PIOVE

da | 21 Ott 2022 | NEWS

siccità

Da tempo con l’aiuto dell’amico Franco Zavatti sto tenendo sotto controllo i dati di pioggia mensile di 27 stazioni pluviometriche italiane e di due stazioni elvetiche (Basilea e Lugano – fonteMeteosvizzera) che dispongono di serie storiche lunghe oltre un secolo.

ANOMALIA IDROLOGICA 2022

Sulla base di tali dati aggiornati a fine settembre 2022 è stato possibile verificare l’anomalia dell’anno idrologico 2022 (1 ottobre 2021- 30 settembre 2022) rispetto agli anni precedenti ottenendo la carta in figura 1 che in giallo arancio e rosso riporta le aree con carenze pluviometriche più accentuate.

Per le nostre analisi usiamo l’anno idrologico in luogo dell’anno solare perché dopo la siccità estiva la ricarica dei grandi serbatoi del nostro sistema idrografico (nevai e ghiacciai alpini, laghi alpini e prealpini, falde e riserva idrica dei suoli) ha inizio dall’autunno. Per questo motivo ragionare da ottobre a settembre è meglio che ragionare da gennaio a dicembre.

L’ANNO IDROLOGICO AL NORD ITALIA

Dall’analisi dei dati emerge che sul Nord Italia l’anno idrologico 2022 ha presentato una piovosità inferiore alla norma del 37% circa (tabella 1). Considerando la serie storica degli anni idrologici dal 1902 al 1922 per 13 stazioni del Nord Italia, l’anno idrologico 2022 con una media di 619 mm, è il secondo anno meno piovoso in assoluto dal 1902, superato solo dal 1922. Quest’ultimo anno vanta la non invidiabile media di 613 mm. Inoltre, si noti che per 4 stazioni del Nord Italia (Torino serie storica 1803-2022, Casale Monferrato 1870-2022, Milano 1764-2022 e Rovigo 1878- 2022) l’anno idrologico 2022 è il meno piovoso di sempre.

Tabella 1 – Piovosità media del Nord Italia per i 10 anni idrologici più poveri di precipitazioni espressi. E’ indicata anche la percentuale rispetto alla media dell’intero periodo 1902-2022.

 

 

Figura 1. Casi per secolo con precipitazioni nel Nord Italia inferiori a quelle dell’anno idrologico 2022. Con 0 si indicano le stazioni (Torino, Casale Monferrato, Milano e Rovigo) per le quali i valore del 2022 non ha precedenti nella serie storica.

LA POVERTA’ DI PIOGGE

L’anno idrologico 2022 si era aperto con un novembre 2021 caratterizzato da piovosità abbondante e ben distribuita. Da dicembre però le precipitazioni si sono portate al di sotto della norma. Il fenomeno si è mantenuto fino ad oggi come si vede dalla figura 2 in cui per Milano si confrontano le piogge dell’anno idrologico 2022 con la norma (media 1971-2020).

Figura 2 – Pioggia a Milano nell’anno idrologico 2021-22 confrontate con la norma (media 1971- 2020); su ogni barra mensile è indicato il relativo valore. Si noti che dopo un novembre con piovosità superiore dell’86% rispetto alla norma i mesi successivi hanno tutti presentato piogge inferiori alla norma del 40-85% [i dati dal 2001 sono misurati dall’autore mentre quelli precedenti provengono dalla serie di Milano Brera].

La ragione della scarsità di piogge è da ricercare nel fatto che sull’Europa centro-occidentale hanno a lungo persistito condizioni di tempo anticiclonico. L’anticiclone ha impedito alle perturbazioni atlantiche di accedere alla nostra area. L’effetto di tali anomale condizioni circolatorie è stato acuito dalla presenza dell’arco alpino che ha agito accentuando la scarsità di precipitazioni sul settentrione.

RILEVANZA CLIMATICA E CAUTO OTTIMISMO

Invito a questo punto i lettori a seguire il ragionamento fatto per cercare di inserire in un cotesto climatico la povertà di piogge dell’anno idrologico 2022. Il diagramma a barre in figura 3 mostra i 50 anni idrologici meno piovosi dal 1902 ad oggi per il Nord Italia ordinati dal meno piovoso (1922, sulla sinistra) al più piovoso (1968). La stessa figura 3 consente di evidenziare i 10 anni peggiori (1922, 2022, 1990, 1931, 1944, 1949, 1970, 1945, 2007 e 1907).

Figura 3. Le 50 annate meno piovose periodo 1901-2022 per il Nord Italia, ordinate a partire dalla meno piovosa (il 1922). Il dato riportato è la media dell’anno idrologico (1 ottobre –30 settembre) per 13 stazioni storiche (Belluno, Bologna, Casale Monferrato, Cuneo, Genova, Mantova, Milano, Padova, Rovigo, Ferrara, Torino, Udine, Venezia). Le 10 annate meno piovose sono evidenziate dal box rosso.

Figura 4. Precipitazioni medie per gli anni idrologici che vanno dal 1902 al 2022 (media delle 13 stazioni storiche elencate nella didascalia della figura 3). In rosso sono evidenziate le 10 annate meno piovose ricavate dalla figura 3. La media dell’intera serie è di 981 mm. In viola è la linea interpolante che pone in luce l‘assenza di trend, indicando che la serie è stazionaria.

GLI ANNI POCO PIOVOSI SEGUONO UNA CERTA REGOLARITA’

I dieci anni peggiori sono stati poi evidenziati dalle barre in rosso nel diagramma in figura 4, che mostra le precipitazioni medie sul Nord Italia degli anni idrologici dal 1902 al 2022. Ciò mette in luce tre cose importanti.

  1. La grande variabilità da un anno idrologico all’altro, con anni poveri di pioggia spesso seguiti da anni ricchi.
  2. Le precipitazioni sul Nord Italia non sono in calo ma viceversa sono grossomodo stazionarie come mostra la linea in violetto di figura 4.
  3. Le 10 annate a piovosità più scarsa (barre rosse di figura 4) si distribuiscono con una certa regolarità lungo la serie (6 cadono prima del 1950) , il che ci consente di affermare che non si può in alcun modo parlare di un accentuarsi degli anni a piovosità più scarsa nei decenni più recenti.

Si noti anche che, con la sola eccezione del biennio 1944 – 1945 (particolarmente negativo e che restò nella memoria di molti) non accade mai che un’annata molto povera di pioggia sia seguita da un’altra annata con caratteristiche analoghe.

CONFIDIAMO IN OTTOBRE

Come ulteriore elemento ricordo ai lettori che il semestre invernale (da ottobre a marzo) è climaticamente favorevole a precipitazioni abbondanti al Nord, specie nei mesi di ottobre, novembre e marzo. In tal senso segnalo che secondo le carte meteorologiche di oggi il primo evento piovoso di un certo rilievo sul Nord Italia è atteso nella terza decade di ottobre, per cui prepariamo i pluviometri, sperando di riempirli.

Da eventi di questo tipo ci attendiamo infatti non solo il ripristino delle riserve idriche dei suoli, oggi molto carenti specie nelle aree in arancio e rosso di figura 1, ma anche lo stoccaggio a più lungo termine di acqua in forma di neve sull’arco alpino. Autore: Luigi Mariani, Società Agraria di Lombardia.

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