AREE SENSIBILI: ZERO TRATTAMENTI
COSA E’ SENSIBILE?
Il regolamento UE definisce “aree sensibili” le aree verdi aperte al pubblico (parchi, campi sportivi, strade pubbliche, ecc.), le aree utilizzate principalmente da gruppi vulnerabili, le aree verdi urbane e le aree ecologicamente sensibili ai sensi della Direttiva quadro sulle acque, di Natura 2000, delle Aree protette nazionali e del nuovo regolamento sugli impollinatori (in attesa).
Inoltre, per proteggere l’ambiente acquatico, l’Ue sta valutando di vietare l’uso di prodotti fitosanitari nelle acque di superficie. Tra le aree agricole più colpite da entrambe le esclusioni, spiccano le risaie, gli ortaggi all’aperto e in serra e gli agrumi della Regione di Valencia, della Regione di Murcia, dell’Andalusia (soprattutto Almeria e Huelva) e della Catalogna (Tarragona).
IL COMMENTO DI AVA ASAJA
«Questa bozza è un’assurdità impossibile da applicare e che aggraverebbe ulteriormente la mancanza di soluzioni per combattere parassiti e malattie – avverte il presidente di Ava-Asaja, Cristóbal Aguado – moltiplicando i costi di produzione e riducendo le rese produttive. Se la normativa non risponde alle esigenze specifiche di ogni azienda agricola, ci sarà un maggiore abbandono dei campi, un maggiore spopolamento delle aree rurali, un aumento degli incendi e una maggiore perdita di ecosistemi come le zone umide.
POLITICI LONTANI DALL’AGRICOLTURA
Il fatto che questa barbarie sia stata sollevata persino in seno alla Commissione europea dimostra quanto i nostri politici siano lontani dalla realtà. E ancor più nell’attuale contesto di guerra in cui ci troviamo, dove è evidente la necessità di garantire l’autosufficienza alimentare per non dipendere da Paesi terzi». Aguado ribadisce che Bruxelles è ancora determinata nella sua cieca crociata per vietare sempre più materiali fitosanitari attivi senza fornire al settore alternative di provata efficacia e a prezzi accessibili.
Si parla tanto di innovazione, ma quando si arriva al dunque, l’Europa non accelera la ricerca e la registrazione di soluzioni per i parassiti e le malattie che già abbiamo e che continuano a entrare a causa della mancanza di controlli nei porti. Inoltre, queste leggi, che rispondono a ragioni sanitarie e ambientali, non prevedono la reciprocità con le importazioni, per cui i prodotti agricoli provenienti da Paesi terzi possono continuare a utilizzare prodotti fitosanitari vietati qui perché si vede che fuori dalla bolla europea non sono più pericolosi per le persone e l’ambiente. Bruxelles, conclude Aguado, non può agire in modo più ipocrita, incoerente e immorale.
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