Lunedì la borsa di Novara propone i primi numeri della campagna: 70 €/q lordi per il gruppo Roma, 85 €/q lordi per il gruppo Arborio e 50 €/q lordi per i lunghi B. Valori confermati anche martedì a Vercelli. Qui si sono quotati i lunghi B e CL 388 (Arborio) già nella seduta della scorsa settimana. Si aggiungono il gruppo Baldo (70 €/q lordi) e il gruppo Carnaroli (similari a 110 €/q lordi, classico a 120 €/q lordi).
Nel pomeriggio di ieri anche Milano apre le quotazioni dei risoni per questa campagna, confermando tutti i valori espressi a Vercelli.
DIVERSE ANOMALIE
Gli operatori ci parlano di un mercato discretamente recettivo, che sembra interessato all’acquisto in quasi tutti i comparti ma con ritiri tutt’altro che rapidi. Ciò avviene in seguito alla scelta di vendere molto risone al termine della scorsa campagna, che ha portato le riserie a riempire i magazzini.
Le vendite obbligate, da parte di quegli agricoltori che non dispongono dello spazio necessario a stoccare tutto il prodotto, consuete in questo periodo, sono ritirate dopo 7-15 giorni dalle riserie. Nelle scorse annate non passavano mai più di 2-3 giorni. Altri fattori particolari in questo frangente sono i prezzi, ufficiali ed ufficiosi circolati nelle sale di contrattazione. Questi ultimi per alcuni comparti sono maggiori dei prezzi di chiusura (gruppi Carnaroli e Arborio ad esempio) a differenza della consuetudine.
Il mercato, dunque, è anomalo anche in questo periodo di apertura della nuova campagna, sferzato da fattori nuovi ed ancora non del tutto chiari. A incidere è la ben nota siccità abbattutasi su un’importante fetta della superficie a riso nelle provincie di Vercelli (in minima parte), Novara e, soprattutto, Pavia. Oltre ai cali produttivi questa potrebbe incidere in modo importante anche sulle rese alla lavorazione. Ad oggi pare che alcune varietà, come CL 388, siano state più suscettibili agli effetti negativi rispetto ad altre, come Barone. Certo tutto sarà da verificare con il procedere del raccolto ma, in generale, dovremmo avere una disponibilità da record negativo degli ultimi anni.
SI DELINEANO I PRIMI ANDAMENTI
Tornando ai prezzi, la situazione è ancora di difficile interpretazione, come dimostrano anche i pochi valori ufficiali. I trasferimenti sono minimi (circa 51 mila tonnellate sono state trasferite ad oggi secondo l’ultimo bollettino emesso da Ente Risi) ma nelle sale di contrattazione sembrano consolidarsi delle tendenze.
I tondi, per i quali si sono proposti pochi acquirenti, sono l’unico comparto in netto calo rispetto alla scorsa campagna (Selenio a 65 €/q lordi e tondi a generici a 50-55 €/q lordi). Ciò avviene probabilmente per un surplus produttivo scaturito dalle scelte di semina dei risicoltori effettuate la scorsa primavera, dettate dai prezzi elevati di quel frangente. I lunghi A generici si attestano intorno ai 60 €/q lordi, con le varietà di pregio a 65 €/q, mentre S. Andrea si allinea agli altri risi da interno a 70 €/q (seppur questa sia una valutazione quasi del tutto nominale essendo stata commercializzata poca merce di questo comparto).
UNO SGUARDO ALL’ESTERO
Sul fronte estero, stiamo subendo un po’ le importazioni di risone da Bulgaria e Grecia, difficile da stimare per tutto l’anno, ma negli ultimi mesi importante. Dal sud-est asiatico potrebbero arrivare anche importanti carichi di riso indica e risi tondo, altro elemento che influenza i prezzi di questi raggruppamenti in negativo, visto anche il calo dei prezzi dei noli di trasporto.
RESE BASSE E COSTI PRODUTTIVI ALTI
Claudio Melano, risicoltore novarese, analizza queste prime battute della nuova campagna. «In questo momento vende chi ha esigenze economiche impellenti o difficoltà nello stoccaggio. Gli altri aspettano, in attesa anche di scoprire quanto sarà il risone disponibile in questa campagna. Oggi è impossibile definire con certezza quanto influirà la siccità sulla produzione totale. Inoltre, potremmo avere anche brutte sorprese sul fronte delle rese. Queste potrebbero essere ai minimi sia a causa delle suddetta carenza idrica, sia in seguito alle elevatissime temperature registrate in fioritura. Queste hanno causato molta “scatola” nelle pannocchie».
I prezzi attuali sono buoni ma credo che siano il minimo accettabile alla luce dei costi produttivi in continua crescita. Ad esempio, le recenti impennate delle bollette in concomitanza con il periodo dell’essicazione. Mi aspetto e auspico, dunque, che queste cifre possano salire prossimamente. In particolare penso che i lunghi A da interno, per i quali è difficile trovare sostituti esteri e la siccità influirà molto (essendo un gruppo merceologico prevalentemente prodotto in Lomellina), possano crescere nelle prossime sedute, mentre sono più cauto per quanto concerne gli altri comparti. Certo è che anche le riserie non potranno sbilanciarsi moltissimo nella loro spesa, dovendo fronteggiarsi successivamente con il consumatore per la vendita, il quale ha recentemente ridotto i propri consumi, probabilmente anche a causa della crescita dei prezzi. Anche per questo motivo, oltre che per l’aver ritirato molta merce alla fine della scorsa campagna (sia internamente che dall’estero), le riserie oggi si trovano con i magazzini pieni e non riescono a ritirare il risone che i risicoltori vendono per impossibilità nello stoccaggio. I tempi di attesa stanno arrivando anche fino a 20 giorni, causando notevoli disagi.» Autore: Ezio Bosso.