I raccolti sono ormai compromessi in sempre più diffusi areali della provincia di Pavia. Le di fatto nulle deroghe all’obbligo di rilascio del Deflusso Minimo Vitale, l’assenza di provvedimenti straordinari finalizzati al rilascio delle seppur ridotte riserve idroelettriche, la drastica riduzione delle portate derivate dal Lago Maggiore, dove gli afflussi sono stati solo minimamente condizionati dai fenomeni temporaleschi dell’ultimo fine settimane, non hanno che peggiorato una situazione già complicata. Tuttavia, azioni straordinarie potevano, e in parte possono ancora, limitare il propagarsi dei danni.
CONFLITTI AGRICOLTURA ENERGIA
L’impressione sempre più corroborata dai dati, è che la priorità dell’uso della scarsissima risorsa irrigua sia stata, nei fatti, stravolta anteponendo l’uso idroelettrico all’uso agricolo. Il comparto agricolo, patendo riduzioni sempre più crescenti fino ad arrivare alla totale mancanza di risorsa irrigua, si è dovuto far carico della salvaguardia ambientale con la mancata concreta deroga al Deflusso Minimo Vitale e, in più, continua a patire le oscillazioni di portata imposte dalle scelte dei gestori idroelettrici.
L’areale dei danni conclamati, dove servirà un concreto e veloce ristoro almeno delle spese sostenute, si sta allargando sempre più. Servono, lo si evidenzia una volta ancora, risposte concrete ed urgenti sia in termini di rilasci straordinari che di riparti innovativi tra consorzi irrigui approfittando anche dell’anticipo colturale delle coltivazioni a riso delle porzioni poste a monte della provincia di Pavia.
LOMELLINA E PAVESE EPICENTRI DELLA SICCITA’
Lomellina e Pavese sono gli epicentri assoluti della siccità ma non mancano segnalazioni di importanti criticità
anche in Oltrepò con, ad esempio, ridotte produzioni di foraggio e ripercussioni importanti sui vigneti dove l’assenza di pioggia sta compromettendo parte della vendemmia. I terminali della rete irrigua sia di Est Sesia che di Est Ticino Villoresi sono quelli che più hanno sofferto la siccità e la prima mappatura dei danni in essere ne è testimonianza.
Occorre intervenire da subito per rivedere i criteri di riparto delle portate soprattutto quando la disponibilità scende sotto il 40 % in quanto vanno tutelate, con appositi fattori correttivi in funzione della distanza dalle derivazioni, le utenze terminali: questo è un chiaro insegnamento di questa disgraziata siccità.
NECESSARIA LA PIANIFICAZIONE
Occorre poi pianificare da subito la prossima stagione irrigatoria estiva in quanto la drammatica scarsità di risorsa irrigua sta incidendo pesantemente sulla ricarica della falda con imponenti differenziali negativi rispetto alla stagione irrigatoria 2021. Le letture praticate indicano una differenza negativa in corrispondenza del salto di terrazzo alla confluenza Sesia / Po, di oltre 120 cm a parità di data tra il 2021 e il 2022, con una prospettiva di una riduzione di accumulo nell’intorno del 40 % rispetto al 2021.
SERVONO SOMMERSIONI STRAORDINARIE
Significa che il serbatoio di falda, fondamentale sia per la gestione di colature e fontanili che per la stabilità di portata del Po, vedrà un deficit di almeno 400 milioni di m3 che potrà essere in parte compensato solo con una sommersione invernale straordinaria. Una sommersione invernale opportunamente incentivata e sostenuta economicamente, che consenta di distribuire indicativamente 40 m3/s in Lomellina e almeno 15 m3/s nel Pavese.
E’ un azione straordinaria che va pianificata da subito con il necessario supporto alle imprese agricole: per raggiungere risultati significativi occorre incentivare in modo ben più importante di quanto fatto con le classiche sommersioni invernali e occorre provare, compatibilmente con le esigenze agronomiche, a traslare il periodo di sommersione avvicinandosi quanto più possibile alla prossima primavera.
SERVONO MIGLIAIA DI ETTARI
Da una prima sommaria analisi la gestione di simili portate necessita di una superficie di almeno 15.000 ha in Lomellina e di almeno 6.000 ha nel Pavese. E’ sommaria stima che andrà approfondita tra tutti i portatori di interesse già nelle prossime settimane, anche e soprattutto rispetto alla fattibilità idraulica e alla gestione della rete e delle coltivazioni eventualmente in essere. Gestione emergenziale di questa fase irrigua, ristori urgenti per i danni patiti dalle imprese agricole e pianificazione già per il 2022 sono le azioni da attuare da subito.
ACCUMULO NEVOSO
Il dato di accumulo nevoso ormai non è più significativo. Quindi si omette di indicare dei dati che sarebbero tutti a zero, con la sola eccezione del 2009 dove, a parità di data, vi era ancora un marginale accumulo nevoso alle quote più alte.
In ogni caso, in considerazione della situazione complessiva di aridità anche dei suoli alpini, si mantiene massimo l’indicatore emergenziale e quindi, in una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale situazione può essere classificata con un valore 5, il massimo.
SITUAZIONE ACCUMULO RISERVA NEI LAGHI
Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione, anche qui, assolutamente eccezionale nella sua drammaticità.
Il Lago è in costante calo. Calo amplificato nei fine settimana in quanto gli afflussi si azzerano per la mancata produzione idroelettrica a cui parrebbe aggiungersi l’effetto dei ripompaggi. Negli ultimi fine settimana si sono ripetuti presunti fenomeni di ripompaggio dell’acqua dal lago ai serbatoi idroelettrici. E’ un evento che ha portato ad avere afflussi nulli.
Un comportamento oggettivamente inopportuno soprattutto in questo contesto, pur considerato che la risorsa idrica non viene sottratta al sistema ma che perturba un Lago ai minimi storici.
LE PIOGGE DI DOMENICA 7 AGOSTO
Le piogge della serata di domenica 7 agosto u.s., non hanno dato alcun contributo significativo al sistema lacuale. Proprio nel primo fine settimana feriale, quando la domanda di energia elettrica crolla, i dati di afflusso si sono manifestati più bassi. Alle ore 16 di domenica 7 agosto 2022 dal sito laghi.net si leggeva un dato di -135,6 m3/s.
Alle ore 16 di domenica 7 agosto 2022, la produzione idroelettrica nazionale risultava di 2,50 GWh quando, ad esempio, alle 18 del 4 agosto 2022 era di 8,39 GWh, oltre il triplo. I dati si apprezzano dal sito di TERNA. Queste oscillazioni di produzione hanno un impatto devastante sugli afflussi al lago e sui deflussi nei fiumi. Il motivo è che manca, come noto, la componente idrologica data dallo scioglimento nivale.
AFFLUSSI AL LAGO E DOMANDA ELETTRICA
Gli afflussi al lago, al calare della domanda elettrica nazionale, si stanno ovviamente riducendo. Vero è che i dati di afflusso negativo al Lago sono pesantemente condizionati da elementi transitori ed esterni. Inoltre, si evidenzia che l’analisi va fatta sull’afflusso medio giornaliero. E’ un dato di come la produzione idroelettrica avvenga in modo del tutto svincolata dalle esigenze irrigue. Ciò è vero anche in queste condizioni limite dove un coordinamento consentirebbe di limitare il propagarsi dei danni ai raccolti agricoli.
L’agricoltura irrigua è chiamata a patire oscillazioni esterne di natura ambientale (DMV) o di natura idroelettrica.
Attualmente le derivazioni sono ridotte di oltre il 70 % rispetto al dato dello scorso anno a pari data. Questa riduzione ha gravi riflessi inevitabilmente ben superiori sulle utenze finali spesso totalmente prive di risorsa.
In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale livello idrometrico, determina un’allerta 5.
SITUAZIONE FALDA
Confagricoltura Pavia prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po, in corrispondenza della confluenza del Sesia a Sartirana Lomellina. Ad oggi, il deficit di risalita rispetto al 2022 è di circa 120 cm, con trend purtroppo in aumento, un dato che indica una situazione irreversibile per il 2022.
Nel grafico si può vedere come l’andamento più depresso e lento del 2022 rispetto al 2021.
SCALA DI ALLARME RISERVA IRRIGUA
Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un costante indice di allarme assoluto. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia